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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2011 alle ore 16:04.

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Pier Luigi BersaniPier Luigi Bersani

Una patrimoniale sugli immobili che scatterà sopra 1,2 milioni di euro, un prelievo una tantum del 15% sui capitali scudati (sparisce, invece, l'idea di tassare quelli detenuti nei paradisi fiscali) e poi ancora un pacchetto di interventi che riguarderà la pubblica amministrazione (a partire dall'unificazione delle 30mila stazioni appaltanti attualmente esistenti). Sono questi, secondo quanto risulta al Sole24ore.com, gli assi portanti dei circa 50 emendamenti alla manovra targati Pd che il partito di Pierluigi Bersani si accinge a depositare in commissione Bilancio prima della scadenza fissata per le 20 di stasera.

La quadra sugli emendamenti dopo l'incontro con le parti sociali
La traccia era già stata anticipata la scorsa settimana dai Democrats nella contromanovra illustrata alle parti sociali mercoledì, alle quali il numero uno del Pd aveva ribadito tutte le sue critiche. «È una manovra recessiva che scompagina le tutele sociali». Poi i tecnici del partito si sono messi al lavoro per affinare le controproposte da depositare a Palazzo Madama. Dove, nel pomeriggio, è attesa anche la presentazione delle modifiche firmate dal Terzo polo.

La novità: patrimoniale sugli immobili sopra 1,2 milioni di euro
La principale novità rispetto a quanto emerso nei giorni scorsi è rappresentata dalla patrimoniale progressiva sugli immobili a partire da 1,2 milioni di euro. «È una soglia di esenzione - spiega al Sole24ore.com Stefano Fassina, responsabile economico del Pd - che sarà calcolata sul valore di mercato». Resta poi nella versione definitiva degli emendamenti il prelievo del 15% sui capitali scudati agganciato alla garanzia dell'anonimato e della depenalizzazione. In questo modo i democratici provano a respingere le obiezioni di quanti avevano sottolineato i rischi giuridici di un possibile intervento sui capitali oggetto di scudo. «Sarà un prelievo una tantum - chiarisce ancora Fassina - con gli intermediari finanziari che faranno da sostituti d'imposta».

Appalti: una super banca-dati per il monitoraggio
Un altro corposo gruppo di emendamenti riguarderà poi la pubblica amministrazione. Dove i democratici propongono innanzitutto l'unificazione delle stazioni appaltanti oggi esistenti (circa 30mila), l'accorpamento degli uffici territoriali del Governo e la codificazione e il monitoraggio degli appalti. Una sorta di "banca dati" che consentirà di controllare via via l'andamento di un appalto con notevoli benefici sul piano della trasparenza e della lotta alla corruzione. «In sostanza - aggiunge Fassina - ogni appalto avrà il suo numero identificativo che sarà comunicato all'Autorità di vigilanza per gli appalti pubblici in modo da avere una continua tracciabilità dei lavori». Altra proposta dei democrats è la razionalizzazione delle strutture delle società in house che gravitano attorno a Regioni, Province e Comuni: in pratica Bersani e i suoi propongono di eliminare gli organi societari concentrando la gestione nelle mani di un amministratore unico. Un pacchetto articolato di modifiche da quale si stima di poter ottenere, al netto della una tantum sui capitali scudati, circa 30 miliardi di euro di risparmi.

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