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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2011 alle ore 06:42.

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MILANO
Una rete capillare dentro la pubblica amministrazione, e un sistema "allargato" di imprese edili, dalle società alle cooperative, che per un decennio si è mosso in modo organizzato per pagare tangenti e ricevere in cambio appalti. Sarebbero questi i due aspetti che i pm di Monza, Walter Mapelli e Franca Macchia, studieranno nelle prossime settimane relativamente alla vicenda delle presunte tangenti versate all'ex leader del Pd Filippo Penati, ai tempi in cui era sindaco di Sesto San Giovanni.
I magistrati sono intenzionati a interrogare nelle prossime settimane Omer Degli Esposti, vicepresidente del Consorzio cooperative costruzioni, già indagato per il presunto giro d'affari relativo all'ex area Falck di Sesto, e Luigi Zunino, indagato sia per l'ex area Falck sia per le mancate bonifiche nel quartiere milanese Santa Giulia. Altri esponenti delle coop rosse emiliane potrebbero inoltre essere sentiti a proposito di un versamento complessivo da 2,5 milioni che l'imprenditore Giuseppe Pasini avrebbe fatto su indicazione di Penati per entrare nei progetti Falck (più un altro milione preteso e non pagato).
Secondo quanto dichiarato dall'imprenditore Piero Di Caterina, l'ex assessore all'edilizia di Sesto, Pasqualino Di Leva gli disse di contattare sia Zunino che l'imprenditore delle bonifiche Giuseppe Grossi (indagato anche lui nella vicenda del Santa Giulia di Milano), per essere introdotto nell'affare dello sviluppo immobiliare di riconversione dell'ex area Falck.
Per quanto riguarda invece la pubblica amministrazione sestese, sembra che anche altre persone, di responsabilità inferiore a quella dell'ex sindaco Penati, dell'ex assessore Pasqualino di Leva e dell'ex funzionario e architetto Marco Magni, siano coinvolte nel giro di mazzette.
Di Leva e Magni, in custodia cautelare nel carcere di Monza da pochi giorni, per reati di corruzione commessi tra il 2006 e il 2008 (e quindi non ancora prescritti come quelli ipotizzati dal gip Anna Magelli a carico di Penati), sono stati interrogati ieri dal giudice per le indagini preliminari. E intanto i pm, sempre ieri, hanno ascoltato Nicoletta Sostaro, ex responsabile dello sportello unico per l'edilizia di Sesto San Giovanni, indagata dalla procura di Monza. Anche lei avrebbe intascato una tangente da 5mila euro, ma poi, racconta, si sarebbe pentita e l'avrebbe restituita. A rivelare questo passaggio era stato Di Caterina, che aveva raccontato ai pm di aver pagato per permettere ai suoi architetti di poter accedere con più facilità all'ufficio. La Sostaro ha detto di aver subito restituito i soldi e quindi di aver negato qualsiasi corsia preferenziale all'imprenditore. Verrà nuovamente interrogata per avere chiarimenti su alcune intercettazioni.
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L'INCHIESTA

pL'inchiesta della procura di Monza riguarda la vicenda delle presunte tangenti versate all'ex leader del Pd milanese Filippo Penati, ai tempi in cui era sindaco di Sesto San Giovanni

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