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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2011 alle ore 06:40.

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ROMA
I sindacati attaccano il Governo e le proposte di modifica alla manovra di Ferragosto concordate dalla maggioranza lunedì nel vertice fiume di Arcore. Un summit, ha aperto ieri a Roma il valzer delle proteste la numero uno della Cgil, Susanna Camusso, che ha avuto un effetto ben preciso: Quello di «confermare e rafforzare» le ragioni dello sciopero generale indetto dal sindacato di corso d'Italia per il 6 settembre prossimo. Giornata in cui da Milano a Palermo si fermeranno per otto ore bus, treni, aerei e traghetti. Sul piede di guerra anche Cisl e Uil che annunciano iniziative di mobilitazione se non arriveranno in fretta modifiche specie sul pubblico impiego, il settore, sostengono, maggiormente colpito dalla manovra di Tremonti. Sulla graticola è finita soprattutto la norma che esclude dal calcolo dell'età contributiva per chi va in pensione con 40 anni di contributi gli anni (riscattati) del corso di laurea e del servizio di leva. Si tratta, ha spiegato Susanna Camusso, di un vero e proprio «golpe, della cui gravità ancora non ci si è resi conto» e che, è facile prevedere, porterà «a un contenzioso infinito» perché produce una doppia discriminazione, di genere e di condizione. E in più si manda ai giovani un chiaro messaggio: «Che dello Stato non ci si può fidare». Si pensi per esempio, ha sottolineato la sindacalista della Cgil, ai laureati che hanno speso risorse e sottoscritto un "contratto" con lo Stato sul riscatto dei loro anni di studio e ora (se le disposizioni entreranno in vigore) si troveranno a lavorare da quattro a otto anni in più (a seconda della specializzazione posseduta) senza avere in cambio una crescita dei rendimenti pensionistici. Ma la misura è criticata anche dalla Cisl: «La partita non può chiudersi così», ha commentato il numero uno Raffaele Bonanni. Che ha aggiunto: «Mentre si salvano i giocatori di calcio e i redditi alti dal contributo di solidarietà è sbagliato penalizzare chi ha riscattato con i propri soldi la laurea e il servizio militare». Una posizione condivisa pure dalla Uil, guidata da Luigi Angeletti, che considera la norma sulle pensioni «un nuovo colpo al pubblico impiego» e preannuncia che il 16 settembre verrà decisa la data di uno sciopero generale nella pubblica amministrazione. «Basta interventi sulle pensioni per far cassa», ha commentato invece Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl. Tra le norme criticate dai sindacati anche quella sul taglio delle agevolazioni fiscali per le cooperative: «Dopo le rinnovabili si colpiscono gli unici due settori in crescita nel Paese», ha ricordato Camusso, che ha bocciato pure l'eliminazione del contributo di solidarietà ma solo per i lavoratori privati. «Si è scelta una strada ingiusta che discrimina e penalizza i lavoratori del pubblico impiego». Camusso ha rimarcato la «sottovalutazione» di Cisl e Uil sull'impatto negativo di una manovra «iniqua» e su norme «ignobili» e «incostituzionali» come quelle sulla contrattazione. Ed è sbagliato pensare, ha concluso la leader della Cgil replicando a Raffaele Bonanni, che in un secondo momento la riforma fiscale e assistenziale verrà incontro a lavoratori e pensionati: «Significherà piuttosto tagliare quattro miliardi il primo anno e 20 il secondo. E a pagare dazio saranno sempre i soliti noti. Ovvero, lavoratori e famiglie».
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