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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2011 alle ore 06:41.

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TOKYO. Dal nostro inviato
Nasce in un'atmosfera di relativo ottimismo l'era di Yoshihiko Noda come leader del Giappone: nominato ieri premier (il sesto in cinque anni) dalla Dieta, l'ex ministro delle Finanze di Naoto Kan ha in teoria due anni di tempo prima delle prossime elezioni generali, ma in realtà il suo mandato è di un solo anno, fino alle prossime votazioni interne al suo partito. Dodici (presunti) mesi in cui Noda conta di fare meglio del suo predecessore - che ieri si è scusato per l'insufficienza dell'azione del suo governo - e spera, oltre che di avviare un percorso di risanamento finanziario, di presiedere a una ripresa economica che, grazie alle manovre di stimolo post-terremoto, potrebbe tradursi in una crescita del Pil superiore a quella degli altri Paesi avanzati.
Prima che dai parlamentari del suo partito, è stato votato dagli analisti e investitori, oltre che dagli ambienti industriali, mentre la sua discesa in campo è concisa con un momento di tregua nelle tempeste dei mercati internazionali, per cui la Borsa ha evidenziato ieri la sua quarta sessione consecutiva di rialzi e l'obbligazionario mostra di gradire un premier impegnato a contenere le emissioni di bond. «Positivo per l'economia e i mercati finanziari», è la sentenza di Nomura sul nuovo premier, almeno sul breve termine.
Se durante i 15 mesi di Kan l'indice Nikkei ha perso il 7,2% e l'economia è piombata in recessione da tsunami, l'esordio di Noda si inserisce in una prospettiva meno grigia, sempre che gli altri paesi avanzati non vadano a impaludarsi troppo nei problemi che il Giappone ha già sperimentato negli ultimi 15 anni (zavorra del debito, declassamenti del debito sovrano e insufficienti terapie da interessi zero, allentamenti quantitativi, iniezioni di capitali nel sistema bancario e financo stimoli fiscali).
È vero che Noda deve affrontare questioni strutturali apparentemente intrattabili e fin troppo enfatizzate negli ultimi tempi: dal rapporto debito-Pil più alto del G-7 al calo e invecchiamento della popolazione, dal declino della base industriale del Paese accelerato dal superyen al controllo dei due rami del Parlamento da parte di maggioranze diverse. Ma la congiuntura appare in miglioramento e il Giappone non è poi messo peggio di altri Paesi, se - a dispetto del recente declassamento da parte di Moody's - lo stesso Noda ha dovuto ricorrere a soluzioni inedite e creative, come la messa a disposizione delle imprese di parte delle riserve valutarie per acquisizioni estere, per favorire un deflusso di capitali al fine di indebolire lo yen.
Alcuni dati di ieri confermano una progressiva risalita dalla depressione post-terremoto che non potrà che accelerarsi quando gli stimoli per la ricostruzione dispiegheranno i loro effetti: le vendite al dettaglio in luglio sono salite dello 0,7% rispetto a un anno prima, mentre la spesa delle famiglie è scesa meno del previsto (-2,1%) e la produzione domestica di auto (-9,4%) sta recuperando rispetto al -15,2 di giugno (la disoccupazione però è aumentata leggermente al 4,7%).
Noda ha già fatto alcune mosse giuste prima di varare il suo Esecutivo: l'incontro immediato con i capi dell'opposizione per ottenere almeno una tregua politica e riuscire quindi a varare a ottobre senza troppi intoppi una maximanovra per la ricostruzione nell'ordine dei 13mila miliardi di yen; la nomina a segretario del Partito democratico di un esponente dello schieramento da lui sconfitto, Azuma Koshiishi, per attutire le divisioni interne; la prossima scelta del nuovo ministro delle Finanze tra due parlamentari a lui più vicini (Katsuya Okada o Yoshito Sengoku), il confinamento all'ufficio politico del partito del rivale Seiji Maehara (a riserva per le future elezioni generali).
Inoltre Noda ha sgombrato il campo da un problema formale che rischiava di inceppare i rapporti con Cina e Corea: ha detto di accettare la decisione di Governi precedenti sui verdetti di colpevolezza del tribunale alleato postbellico (mentre solo un paio di settimane fa aveva indicato di ritenere non colpevoli i 14 criminali di guerra "intronati" nel controverso tempio Yasukuni).
Noda ha anche promesso di aiutare le Pmi e ha confermato un orientamento di rigore fiscale, che molti analisti esaltano ma altri temono possa avere - nella forma di aumenti di alcune tasse - un impatto negativo a breve termine sull'economia.
Per lui lo scoglio principale, alla fine, sarà una opposizione che dopo ottobre farà di tutto per costringerlo a gettare la spugna: i leader liberaldemocratici hanno sottolineato ieri che il Partito democratico ha perso la legittimazione popolare acquisita con la vittoria due anni fa, bruciando due leader (Hatoyama e Kan) per affidarsi a un terzo con manovre di corridoio.
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