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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2011 alle ore 16:19.

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Il direttore dell'Avanti Valter Lavitola (Ansa)Il direttore dell'Avanti Valter Lavitola (Ansa)

Era un giovedì sera del settembre 2010. In quelle settimane si andava arroventando la discussione intorno al presidente della Camera Gianfranco Fini e alla celeberrima "casa di Montecarlo" ed era appena apparso un documento proveniente dall'isola caraibica di Santa Lucia che avrebbe attestato la proprietà della casa da parte di Giancarlo Tulliani, "cognato" di Fini.

Quella sera, nello studio del santoriano Annozero, Italo Bocchino affermò che dietro quel documento (che definiva "una patacca") c'era, tra gli altri, Valter Lavitola. Benché quest'ultimo fosse già entrato di sguincio nelle cronache come presunto organizzatore di una festa in Brasile in occasione di un viaggio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel paese sudamericano, i più (e probabilmente anche i meno) davanti al teleschermo volsero uno sguardo interrogativo sui propri vicini di divano: Lavitola? E chi è?

Qualche secondo dopo fu lo stesso Bocchino a chiarire chi fosse Lavitola: direttore ed editore dell'Avanti!. Che esistesse ancora un quotidiano con questo nome era un dato largamente ignoto. Infatti la gloriosa testata socialista, pur essendo sopravvissuta tra qualche stop and go proprio grazie a Lavitola, pur avendo ricevuto contributi pubblici per l'editoria e pur essendo citata con generosa frequenza nella rassegna stampa della Camera dei deputati, non ha mai provocato negli ultimi quindici anni fenomeni di ressa in edicola. Chiamato in causa riguardo alle carte provenienti da Santa Lucia, Lavitola tratteggia nelle sue interviste uno scenario in cui si assiste a una serrata competizione tra diverse inchieste giornalistiche in cui alcuni colleghi dominicani avrebbero prevalso sul direttore dell'Avanti!, a caccia di scoop capaci di rilanciare il suo giornale.
Condotto sul proscenio da Bocchino, Lavitola è rimasto sotto i riflettori per alcune settimane per poi tornare a far capolino nelle cronache anche in seguito, ad esempio quando fu coinvolto nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P4. Benché il direttore dell'Avanti! (la testata ha il punto esclamativo ma non l'articolo), nonché editore del quotidiano attraverso la società International Press, sia ormai abbastanza celebre da essere inserito con il suo solo cognome nei titoli e nei sommari dei giornali, la sua biografia conosciuta rimane piuttosto succinta.

Campano, nato a Salerno, da poco quarantacinquenne, una laurea in Scienze Politiche alla Sapienza di Roma, una moglie e un figlio, Lavitola è socialista, e craxiano, fin da ragazzo. Entra nel Psi nel 1984 e cerca di farsi strada nel partito nonostante la giovane età (qualcuno si ricorda che veniva usato al suo indirizzo il soprannome "Valterino"). Poi cerca di fare del suo redivivo Avanti! il motore cartaceo dell'area liberalsocialista di Forza Italia, con la collaborazione di quel Sergio De Gregorio che nella sua acrobatica vicenda politica sarà in seguito, per una breve stagione, anche senatore dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Nel frattempo Lavitola coltiva contatti transmediterranei con il Bettino hammamettiano, ma non incontra la simpatia dell'intera famiglia Craxi, visto che il figlio dell'ex premier socialista, Bobo, ha sostenuto qualche mese fa che "l'Avanti! di Lavitola è solo un foglio di spionaggio politico".

Beghe ereditarie intrasocialiste a parte, il direttore-editore campano in occasione delle elezioni europee del 2004 si è candidato nelle liste di Forza Italia nella circoscrizione Sud, ottenendo un consistente numero di preferenze, ma non abbastanza da trasferirsi a Strasburgo tra i rappresentanti in Europa del centrodestra italiano. Oltre a impegnarsi in politica e in campo editoriale, Lavitola è un imprenditore che si occupa soprattutto di import-export nel settore ittico e intreccia rapporti commerciali, e non soltanto, con il Centro e il Sud America, creando un tessuto di relazioni che lui stesso dipinge come una sorta di attività diplomatica non ufficiale. Per alcuni al movimentismo di Lavitola non è estraneo un coinvolgimento dei servizi segreti. Il socialista ed ex sottosegretario Mauro Del Bue ha liquidato la faccenda dicendo che, se i rapporti con i Servizi vantati talvolta dallo stesso Lavitola fossero veri, si dovrebbe soltanto affermare: "Siamo proprio caduti in basso". Al riguardo, intervistato circa un anno fa dal Secolo XIX, lo stesso editore dell'Avanti! ha affermato sibillino: "Sì. Ho avuto spesso rapporti con James Bond: mi piacciono da impazzire i suoi film".

A titolo di curiostà, si può ricordare come la vita di Valter Lavitola si sia indirettamente intrecciata in un'altra occasione con la vicenda di Sergio De Gregorio. Infatti quando Di Pietro volle lanciare un suo poco fortunato e poco longevo giornale di partito (la testata si chiamava, con poca fantasia, Italia dei Valori), ecco che nelle operazioni di start-up del nuovo quotidiano ricomparve Sergio De Gregorio, ex direttore dell'Avanti! lavitoliano. E, come editore del foglio dipietrista, figurava nientemeno che Antonio Lavitola, cugino di Valter.

Questa mattina Lavitola è tornato sulle prime pagine, insieme ai coniugi Tarantini: all'indirizzo dei tre è stata emessa un ordinanza di custodia cautelare, in seguito all'accusa di estorsione ai danni del premier. L'imprenditore barese e sua moglie Angela Delvenuto sono stati arrestati, mentre Lavitola si è rivelato irreperibile. Definito subito latitante da parte di giornali e siti internet, il direttore dell'Avanti! ha fatto in seguito sapere di essere pronto a collaborare e di essere semplicemente all'estero per lavoro. Forse in Europa orientale, visto che il 26 agosto scorso, in un suo intervento sul sito dell'Avanti!, lo stesso Lavitola ha scritto: "Mi trovo in Bulgaria per contatti con potenziali distributori di pesce congelato".

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