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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2011 alle ore 06:41.

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ROMA
Sono arrivati alla Procura di Roma gli atti dell'inchiesta di Napoli sulla P4 che riguardano l'ex capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, il generale Michele Adinolfi. Le carte sono ora al vaglio del procuratore aggiunto Alberto Caperna che già domani, come di prassi, procederà all'iscrizione nel registro degli indagati di Roma e alla formalizzazione delle contestazioni ai soggetti interessati dall'inchiesta, che dovrebbe essere affidata al pm Laura Condemi. Oltre ad Adinolfi, il fascicolo vede indagato l'editore e presidente dell'agenzia di stampa Adnkronos, Pippo Marra. Le ipotesi di reato sono le stesse di Napoli: rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento. L'indagine era stato trasferita a Roma, per competenza territoriale, dal pg della Cassazione lo scorso 11 agosto, su istanza del difensore del generale, Enzo Musco. È infatti nella Capitale che Adinolfi, secondo l'accusa, avrebbe rivelato a Marra, nel corso di una cena nella foresteria dell'Adnkronos, l'esistenza di accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria di Napoli su Luigi Bisignani, che poi sarebbe stato a sua volta informato. L'alto ufficiale delle Fiamme Gialle ha sempre smentito la circostanza. «L'iscrizione è un atto dovuto. Attendiamo con serenità l'esito delle indagini» si limita a dire l'avvocato Luigi Li Gotti, difensore di Marra. A raccontare ai pm l'episodio delle rivelazioni di Adinolfi è stato il deputato del Pdl ed ex consigliere del ministro Tremonti, Marco Milanese, il quale ha riferito di essere stato presente alla cena, aggiungendo che l'incontro avvenne «intorno a settembre-ottobre» del 2010. Una circostanza sempre negata dall'editore, da Bisignani, e da Adinolfi, secondo il quale la cena ci fu, ma in un periodo non sospetto: a dicembre 2009.
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