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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2011 alle ore 08:14.
Non solo Sesto San Giovanni. L'attenzione della procura di Monza sul caso delle presunte tangenti indirizzate a Filippo Penati, ex leader del Pd, e a Giordano Vimercati, suo braccio destro nel partito (allora i Ds) e nella provincia di Milano, sta allargandosi all'hinterland milanese, superando i confini di Sesto San Giovanni, luogo dove l'inchiesta è iniziata.
I pm Walter Mapelli e Franca Macchia stanno ora compiendo accertamenti sulla costruzione dell'Idroscalo center a Segrate, la zona in cui dovrebbe sorgere una grande area di centri commerciali (tra i più grandi d'Europa). Il filone dell'indagine è quello che vede indagato l'ingegnere Michele Molina, che avrebbe avuto rapporti poco chiari, stando ad alcune testimonianze riferite ai magistrati, con l'architetto Renato Sarno, che secondo la procura avrebbe nel tempo curato gli interessi di Penati.
Sarno figura nel registro degli indagati, e intorno a lui ruota il sospetto che abbia materialmente intascato alcune tangenti per conto di Penati, mettendole al sicuro in alcuni conti all'estero. E sempre Sarno è lo stesso professionista che, secondo le carte della procura, fu intermediario di una trattativa che permise a Penati e Vimercati di ricevere 2 milioni, somma poi girata a Di Caterina (a cui in parte sarebbero state dunque restituite le presunte tangenti).
Precisiamo che Molina è stato legato al gruppo Percassi da un rapporto di consulenza, e non è un dipendente del gruppo. Lo ha precisato in una nota il gruppo edile di Bergamo (che inoltre sottolinea che Api non è una società del gruppo Percassi). Inoltre, secondo i legali del gruppo, «sono false le affermazioni dell'ex sindaco di Pioltello Mario De Gaspari, dalle quali potrebbero desumersi collegamenti tra i contributi legittimamente erogati alla fondazione Fare Metropoli (che fa capo a Penati, ndr) e al Pd e la realizzazione, non ancora avvenuta, del centro commerciale nel Comune di Segrate».
A tirare in ballo Molina, che si occupa di sviluppo immobiliare, è stato l'imprenditore Piero Di Caterina, uno dei grandi accusatori di Penati. Ai pm ha raccontato che l'architetto Sarno gli avrebbe parlato di rapporti «opachi e anomali» tra lui e Molina tra il 2007 e il 2008, e di «passaggi di denaro». Sarno avrebbe inoltre detto a Di Caterina che Molina era interessato all'area dell'ex dogana di Segrate, dove dovrebbe sorgere la zona dei centri commerciali. Sempre in base a quanto dichiarato da Di Caterina, l'architetto Sarno e l'ingegnere Molina avrebbero avuto contatti in relazione al progetto con Penati quando il politico sestese era presidente della provincia di Milano. Secondo le indagini Sarno era in stretti rapporti con Penati, tanto che si ipotizza sia stato lui ad ideare il meccanismo della vendita della Serravalle alla provincia di Milano come mezzo per ricavare denaro e permettere a Penati di restituire il denaro a Di Caterina.
Il prezzo di vendita gonfiato del 15% della holding stradale Serravalle da parte della provincia di Milano al gruppo Gavio (con cui realizzò 179 milioni di plusvalenze), è infatti un altro filone d'inchiesta della procura di Monza.
Intanto ieri il dg del Comune di Sesto, Marco Bertoli, indagato nella vicenda per finanziamento illecito ai partiti, si è dimesso dalla carica.
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