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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2011 alle ore 11:19.

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Cordiale scambio di battute tra il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e un gruppo di partecipanti al 44esimo incontro nazionale di studi organizzato dalle Acli a Castel Gandolfo. "Anche i ricchi paghino", era scritto su un cartello mostrato al ministro dai rappresentanti delle Acli di Arezzo. «Sono d'accordo anche io», ha risposto Tremonti che è stato accolto da un lungo applauso della platea.
Il ministro dell'Economia è arrivato stamattina all'incontro di studio sul tema del "Lavoro scomposto" indetto dalle Acli a Castel Gandolfo. Nel pomeriggio Tremonti ha raggiunto Cernobbio, dove domani è atteso il suo intervento al forum Ambrosetti.

Le entrate dalla lotta all'evasione fiscale supereranno quelle del mancato contributo di solidarietà
Tremonti, poi, è entrato più a fondo nei temi della manovra, partendo dalla stretta sull'evasione fiscale e dallo stralcio del contributo di solidarietà: «Quei soldi arriveranno sicuramente e sono assolutamente coperti, io penso che ne arriveranno molti di più nella logica di prevenzione». Nel ricordare che il contributo di solidarietà avrebbe portato nelle casse dello Stato 700 milioni nel 2012 e 1,6 miliardi nel 2013, Tremonti ha quindi sottolineato che questi soldi «vengono recuperati con la lotta all'evasione fiscale». E data l'«enorme dimensione» di quest'ultima, quanto contemplato dalle norme anti-evasione della manovra costituiscono «una riforma strutturale che va nel senso dell'equità».
Nel sottolineare che la «manovra è rimasta invariata», il ministro ha anche spiegato che «il gettito dell'imposta sugli energetici (la cosiddetta "Robin tax" n.d.r.) viene dato tutto ai Comuni, alle Province e alle Regioni e non ai ministeri».

Le pubblicazioni dei redditi: «Servono a far vedere quanto la gente sia fintamente povera»
«Il problema non è esporre i ricchi al rischio di rapimento, ma far notare quanto la gente è "fintamente povera"», ha detto poi il ministro dell'Economia parlando del "rischio privacy" di alcune norme contenute nella manovra che consente di pubblicare le dichiarazioni dei redditi. Dietro alle dichiarazioni «incongrue», ha spiegato, «non c'è una maledizione incivile del Paese. C'è che non hanno funzionato, perché non c'erano, i meccanismi di prevenzione». Per Tremonti, quindi, «il ritorno ad un ruolo importante dei Comuni è un primo passaggio decisivo, perché se sei sul territorio capisci che dichiarare 40 euro ma avere tante altre cose» non è possibile.

Il pareggio di bilancio è un esercizio politico e civile
La necessità di ridurre il deficit pubblico «è la fine dell'illusione che noi occidentali, essendo alti, biondi, con gli occhi azzurri e una storia civile gloriosa possiamo vivere meglio degli altri», ha poi aggiunto Tremonti, per il quale «non possiamo più vivere a debito e il processo di riduzione che porta al pareggio di bilancio non è un esercizio ragionieristico o contabile, è un esercizio civile e politico fondamentale». (Ch. B.)

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