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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2011 alle ore 17:23.

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La manovra continua a creare lacerazioni interne nel Pdl. L'ala "localista" formata da governatori e sindaci del partito, già polemica contro i tagli agli enti territoriali contenuti nel testo originario del decreto, fa ora fronte comune contro le critiche pubblicate oggi da Il Giornale di Feltri e Sallusti nell'articolo «Governatori infuriati per i tagli. E se vendessero i loro "gioielli"?».

Roberto Formigoni, Gianni Alemanno e Renata Polverini, dopo esssersi consultati, decidono di vergare una durissima nota nella quale si respingono al mittente i messaggi «dal sapore ricattatorio» di «giornalisti, direttori e loro eventuali suggeritori» e si ribadisce il no a un decreto che mette in crisi i bilanci degli enti locali, anche quelli governati dall'attuale maggioranza di Governo.

Nell'articolo del Giornale si indicano Alemanno, Polverini e Formigoni - con tanto di foto - come gli «amministratori paperoni che non fanno cassa» e si fanno i conti: «Le proprietà immobiliari degli enti locali valgono 280 miliardi, oltre 6 manovre». Fra gli esempi portati nell'articolo, un caso romano su alcune delle proprietà della Regione Lazio: «Un immobile di 12,5 vani (dunque enorme) in piazzale di Porta Pia, registrato col valore di appena 316 mila euro. Undici vani in via della Mercede, dietro piazza di Spagna, a 329.500 euro. Tra l'altro - si chiede l'articolo - chi abiti in questi 'immobili ad uso abitativo' della Regione Lazio? E a che canoni? Mistero».

La replica
Chiara la linea scelta dai due governatori e dal sindaco della Capitale: «In merito all'articolo di oggi comparso sulle pagine de Il Giornale - si legge nella nota congiunta - Gianni Alemanno, sindaco di Roma, Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, e Renata Polverini, presidente del Regione Lazio, replicano: «Sbaglia di grosso chi, tra giornalisti, direttori e loro eventuali suggeritori, si illude di fermare con messaggi dal sapore ricattatorio la nostra giusta azione a difesa dei cittadini da una manovra che fa saltare i bilanci di regioni e comuni e risparmia l'amministrazione dello stato e i suoi privilegi».

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