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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2011 alle ore 15:25.

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Tom Ridge è stato il primo ministro della Homeland Security, il Dipartimento per la sicurezza del territorio americano nato in risposta agli attentati dell'11 settembre. A dieci anni dalla tragedia crede che la minaccia dell'estremismo rimanga viva, anche dopo l'uccisione di Osama bin Laden, con il rischio di nuovi santuari internazionali e di un crescente terrorismo interno. E vede quale principale missione del nuovo apparato di sicurezza quella di migliorare il flusso e la condivisione di informazioni, tra organismi di intelligence e sicurezza ma anche con il settore privato.

Come vive il decimo anniversario di quegli attentati?
Possiamo ricordare la tragedia e celebrare la nostra capacità di resistere. Ma deve essere anche un momento di riflessione su una minaccia, l'estremismo, che probabilmente non potremo mai eliminare del tutto ma possiamo gestire. Sappiamo che la sua natura è cambiata: nell'ultimo anno e mezzo abbiamo assistito all'emergere di terroristi interni, compreso il fallito attentato a Times Square a New York. E di nuovi possibili santuari internazionali, dallo Yemen a tutta la penisola araba.

Come crede sia gestibile oggi questa minaccia?
Spero anzitutto che sappiamo metterla in prospettiva. Gli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, nonostante lo spettro di conflitti nucleari, hanno saputo costruire una grande economia, far avanzare i diritti civili, avviare la rivoluzione tecnologica.

Ma cosa significa l'evoluzione della sfida terroristica per le agenzie di sicurezza?
Il problema principale è il coordinamento e la condivisione di informazioni nella comunità di intelligence. La strage alla base di Fort Hood, dove diverse agenzie sapevano che l'ufficiale responsabile era stato in contatto con un leader estremista in Yemen e aveva fatto affermazioni aggressive contro l'America, poteva essere evitata se qualcuno avesse collegato i fatti.

Lei ha tenuto a battesimo il Dipartimento per la sicurezza interna nell'amministrazione repubblicana di George W. Bush. Cambierebbe qualcosa?
Il ministero ha la missione corretta, occuparsi della sicurezza dei confini. E Barack Obama ha confermato molte delle esistenti politiche di sicurezza. Ma l'efficacia del Dipartimento dipende dall'intelligence che riceve: tutti i giorni passavo in rassegna una matrice delle minacce, in gran parte generata altrove, dall'Fbi, dalla Cia. Il futuro deve quindi portare miglioramenti in quest'area.

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