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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2011 alle ore 16:54.

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AlistairDarling (Reuters)AlistairDarling (Reuters)

LONDRA - Alistair Darling si toglie diversi sassolini dalla scarpa: l'ex cancelliere dello Scacchiere britannico negli anni bui della crisi finanziaria, pubblica questa settimana "Back from the brink", un libro di memorie nel quale non risparmia nessuno. Nel mirino di Darling in particolare l'ex premier Gordon Brown e il governatore della Banca d'Inghilterra Mervyn King.

Brown era convinto che la crisi economica «sarebbe durata solo sei mesi» e per questo si rifiutava di tagliare le spese per ridurre il deficit, mentre Darling, sicuro che la Gran Bretagna fosse nelle peggiori condizioni economiche da sessant'anni, voleva ridurre l'indebitamento. L'ex premier, descritto come una persona estremamente difficile e lunatica, ha cercato poi nel 2009 di far fuori il cancelliere e sostituirlo con il fedelissimo Ed Balls, che ora è il cancelliere-ombra. I contrasti tra Brown e Darling, ammette l'ex cancelliere, hanno danneggiato la credibilità del partito laburista e portato poi alla sconfitta elettorale del 2010.

Con il senno di poi sarebbe stato meglio sostituire Brown, secondo Darling, per evitare i danni fatti al Paese dalla sua «ingenuità» e continua incertezza sui problemi economici, dal suo «comportamento spaventoso» con le persone a lui vicine e soprattutto dal suo stile di governo «che aveva un'aria permanente di crisi e di caos».

Darling riserva peró le sue critiche piú severe per il governatore della banca centrale. Nel 2007 la Bank of England «è stata lenta a realizzare l'entitá della crisi», scrive Darling, e King si é a lungo opposto alle richieste del cancelliere di sbloccare i crediti alle banche per evitare il "credit crunch". La posizione "ostinata" di King era che non intendeva spendere denaro pubblico per sovvenzionare gli errori commessi dagli istituti di credito – il cosiddetto "moral hazard". «Ero talmente esasperato che ho chiesto al Tesoro se fosse possibile ordinare alla Banca di agire, ma un litigio pubblico tra me e Mervyn sarebbe stato disastroso - spiega l'ex cancelliere. – Il fatto è che nell'autunno del 2007 non abbiamo gestito la crisi con l'efficacia necessaria a causa di questa divergenza di opinione».

Il problema, secondo Darling, è che King non comprendeva appieno il funzionamento del sistema bancario, non aveva contatti con le banche e aveva «pessimi rapporti» con i loro dirigenti. Un'altra accusa verso il governatore è che era troppo vicino al partito conservatore e si era apertamente schierato con il progetto "too big to fail", la riduzione forzata delle dimensioni delle banche per prevenire un'altra crisi. Le accuse di Darling, figura molto rispettata per la sua gestione della crisi finanziaria, sono dannose per King, che ora si appresta ad assumere nuovi poteri a lui concessi dal nuovo cancelliere conservatore George Osborne. I Tories hanno infatti deciso di trasferire alla Banca d'Inghilterra anche la supervisione e riforma dei mercati finanzari. King rischia di avere troppo potere, ha avvertito Darling: «Dovrebbe essere solo un primus inter pares».

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