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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2011 alle ore 06:38.

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PARIGI. Dal nostro corrispondente
Il processo contro l'ex presidente della Repubblica Jacques Chirac si è aperto ieri al Tribunale di Parigi ma lui, il politico più amato dai francesi, non c'era. Sabato scorso la moglie Bernadette e la figlia Claude hanno infatti presentato al presidente del Tribunale, Dominique Pauthe, un lungo rapporto medico redatto dal primario del reparto di neurologia dell'ospedale della Pitié-Salpétrière in cui si spiega che Chirac, 79 anni a novembre, «è in una condizione di vulnerabilità che non gli consente di rispondere efficacemente a domande sul proprio passato». La forma di Alzheimer di cui soffrirebbe l'ex presidente (1995-2007) sarebbe aggravata dall'anosognosia, cioè dalla non consapevolezza del proprio stato di fragilità psichica.
La moglie e la figlia di Chirac hanno tentennato a lungo prima di dare il loro via libera alla presentazione del rapporto, combattute tra le palesi difficoltà dell'ex presidente ad affrontare il processo e la volontà di non lederne l'immagine e la popolarità, dando l'impressione che si voglia sottrarre al giudizio della magistratura. La Procura ha comunque accettato la proposta che Chirac venga rappresentato dai propri difensori e lo stesso ha fatto Pauthe, consentendo lo svolgimento regolare delle udienze. Chirac sarà quindi giudicato, come lui stesso ha sempre ufficialmente auspicato, sia pure in sua assenza. Anche se è quasi certo che in fondo al procedimento non ci sarà una sentenza di colpevolezza.
La vicenda risale agli anni (1977-1995) nei quali Chirac era sindaco di Parigi. L'accusa è che in quel periodo una ventina di esponenti dell'Rpr (il partito neogollista poi diventato Ump) abbia ricevuto una retribuzione da parte del Comune senza svolgere in realtà alcun lavoro. Il reato ipotizzato è appropriazione indebita. Non coperto dall'immunità presidenziale, l'ex assessore alle Finanze e segretario dell'Rpr Alain Juppé, ora ministro degli Esteri, è già stato condannato a un anno di ineleggibilità che l'ha costretto a lasciare la carica di sindaco di Bordeaux (poi recuperata). Il caso si è sgonfiato quando il Comune, in seguito conquistato dai socialisti, ha deciso di non presentarsi parte civile dopo aver concluso una transazione finanziaria da 2,2 milioni.
Ma i riflettori restavano puntati su Chirac. Per l'affetto che i francesi hanno sempre avuto nei confronti di un personaggio che ha segnato trent'anni di vita politica e per il fatto che si tratta della prima volta in cui viene processato un ex presidente.
Le sue più recenti uscite pubbliche (soprattutto la penultima in Corrèze, quando dichiarò di voler votare per il socialista Hollande, e l'ultima, imbarazzante, a Saint Tropez all'inizio di agosto) hanno però evidenziato quanto fossero precarie le sue condizioni di salute mentale.
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