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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2011 alle ore 15:29.

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Silvio Berlusconi sarà ascoltato nel primo pomeriggio di martedì 13 settembre, a Palazzo Chigi, dai pm titolari del fascicolo sulla presunta estorsione ai suoi danni. I sostituti procuratori Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio saranno accompagnati dall'aggiunto Francesco Greco, che ha coordinato le indagini, e dal capo dell'ufficio giudiziario partenopeo, Giovandomenico Lepore.

Al centro dell'esame del premier, che in questo procedimento è parte lesa, ci saranno sicuramente la natura e le modalità di consegna del denaro ai coniugi Tarantini (i pm ipotizzano un maxi-stanziamento una tantum di 500mila euro e un appannaggio mensile di 20mila euro) e, soprattutto, i suoi rapporti con Valter Lavitola, il giornalista latitante a Panama che, nella ricostruzione accusatoria, avrebbe orchestrato l'estorsione al presidente del Consiglio e trattenuto, per sé 400mila euro destinati, invece, all'imprenditore pugliese.

Proprio ieri, il direttore dell'Avanti ha diramato una lunga nota stampa alle agenzie per ribadire due concetti: fu Berlusconi a chiedergli di aiutare i Tarantini e ad avallare la scelta, dello stesso Lavitola, di non consegnare loro l'intera somma.

Il premier, comunque, non ha mai nascosto di aver effettivamente fatto arrivare del denaro a "Gianpy" (che domani sarà di nuovo interrogato nel carcere di Poggioreale), ma lo ha fatto per aiutare una famiglia in difficoltà finanziarie e non, come hanno ipotizzato i magistrati, per condizionare la strategia processuale di Tarantini, indagato a Bari nel procedimento sulle escort a Palazzo Grazioli, e convincerlo a patteggiare così, dunque, da impedire la divulgazione di intercettazioni telefoniche ritenute compromettenti per l'immagine pubblica del Presidente del Consiglio. Una ricostruzione, questa, che dall'entourage del Premier definiscono irrealistica, visto che Tarantini è indagato insieme ad altre dodici persone e, quindi, la sua scelta non avrebbe potuto in alcun modo avere effetti concreti sui tempi e le modalità di divulgazione del materiale processuale.

Valter Lavitola, da Craxi ad Arcore passando per De Gregorio (di Guido De Franceschi)

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