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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2011 alle ore 16:53.

Più ricavi, ma anche più costi. La Juventus entra nel nuovo stadio costruito sulle macerie del "Delle Alpi", il vecchio "nuovo" impianto che dopo meno di 20 anni di vita, fu costruito per i campionati del mondo del 1990, è stato demolito perché inadeguato per il calcio. Colpa di quell'ingombrante pista di atletica, peraltro quasi mai utilizzata.

Una scoperta tardiva, che ha messo a nudo difetti organizzativi e approssimazioni della macchina della spesa attivata per Italia 90, non solo per l'impianto di Torino, con soldi pubblici che a consuntivo risultano sperperati. Stavolta lo stadio è stato costruito con risorse private, della società di calcio Fc Juventus, che ha indicato in circa 120 milioni il costo del nuovo impianto, da 41mila spettatori.

Secondo la società presieduta da Andrea Agnelli il nuovo impianto assicurerà quest'anno ricavi per 30 milioni, il triplo di quelli precedenti derivanti da stadio. Una bella cifra, visto che il fatturato dell'ultima stagione è di circa 180 milioni, ma non bisogna confondere i ricavi con i guadagni. L'impianto di proprietà, esempio certamente virtuoso perché va a rafforzare il patrimonio della società e migliora lo spettacolo per il pubblico, porta con sé anche un aumento dei costi: la manutenzione, gli ammortamenti del costo di realizzazione, gli interessi passivi sui debiti contratti.

La Juventus è parca di cifre su questo versante, tuttavia assicura che il saldo tra entrate e uscite sarà positivo, certo si può stimare sensibilmente inferiore alla quota di ricavi in più. «L'anno prossimo prevediamo di triplicare i ricavi da stadio, a circa 30 milioni. Aumentano anche i costi, ma il margine di contribuzione sarà molto positivo», ha detto il presidente Agnelli nell'intervista al Sole-24 Ore, il 24 giugno scorso.
L'impatto dello stadio sui conti sarà influenzato anche dalle prestazioni sportive. La Juventus infatti sta cercando di vendere il nome del suo stadio, come hanno fatto diversi club inglesi e tedeschi. Nel 2008 la Juventus ha ceduto i diritti per il nome del nuovo stadio all'agenzia Sportfive, del gruppo Lagardère, per un valore di 75 milioni di euro per 12 anni da quando l'impianto sarà ultimato. Dunque da questa stagione fino al 30 giugno 2023, intanto 42 milioni sono già stati versati al club.

Chi dia il nome non è ancora stato individuato. Sembra che l'interesse maggiore sia di gruppi finanziari. Il prezzo concordato con Sportfive non è definitivo, è un minimo garantito. Se l'agenzia venderà a un prezzo più alto, la Juventus avrà diritto a una quota dei proventi extra, per una percentuale non resa nota. Dunque questo potenziale incasso, come le sponsorizzazioni del club, sarà influenzato dai risultati sportivi.
Il minimo garantito da Sportfive equivale a 6,25 milioni l'anno. Meno di quanto ha pattuito l'Arsenal con Emirates nel 2006, 100 milioni di sterline per 15 anni, corrispondenti a circa 113 milioni di euro, cioè 7,56 milioni l'anno. Decisamente più alto il prezzo spuntato in luglio dal Manchester City con Etihad, un'altra compagnia del Medio Oriente, che pagherà l'equivalente di 180 milioni per 10 anni, a una media cioè di 18 milioni l'anno.

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