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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2011 alle ore 14:50.

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Le nuove regole su capitali e liquidità hanno reso il sistema bancario "più sicuro" e contribuito a prevenire una crisi creditizia nell'attuale subbuglio sul debito sovrano. Ma bisogna evitare una regolamentazione eccessiva che rischierebbe di premere sui costi del credito. E' il monito lanciato da Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, in una video-intervista al Financial Times.

Rispetto al 2007-2008, quando la crisi finanziaria globale spinse le banche a correre ai ripari, "di fronte a noi non abbiamo il tipo di recessione di tre anni fa" e "oggi il sistema bancario è più sicuro", dice Passera alla corrispondente del Ft da Milano Rachel Sanderson nell'intervista di 5 minuti e 33 secondi che si può ascoltare sul sito internet del quotidiano.

Passera ritiene consigliabile una maggiore regolamentazione dei derivati. "Ma queste regole non possono essere spinte troppo in là, altrimenti il costo del credito diventa molto inefficiente per l'economia".
Intesa – puntualizza il Ft nella sintesi dell'intervista – in aprile ha fatto un aumento di capitale di 5 miliardi di euro e a fine giugno presentava un "Tier One Capital" (indice della solidità patrimoniale di una banca) del 10,1%: è quindi una delle banche "meglio capitalizzate d'Europa" ed è già in linea con le nuove regole globali di capitalizzazione, molto prima della scadenza del 2018.

Tuttavia, dall'inizio dell'estate, da quando la crisi del debito sovrano ha colpito l'Italia, anche Intesa è stata trascinata nella tempesta. La banca - 11 milioni di clienti e 5.500 filiali – realizza la maggior parte del suo fatturato in Italia e possiede titoli del debito sovrano per 60 miliardi di euro. Il valore delle sue azioni si è quasi dimezzato, così come è accaduto per le banche rivali, Unicredit e Monte dei Paschi, che hanno rapporti di capitale più bassi.

"Le preoccupazioni per il debito sovrano sono state sopravvalutate, ma finché il mercato crede che abbiamo un rischio debito, dobbiamo tenerne conto", dice Passera, che il Ft definisce "piuttosto ottimista viste le circostanze", senza dimenticare che in Italia è stato citato come possibile "futuro candidato politico".

Passera dice al Ft che la liquidità di Intesa Sanpaolo salirà a 100 miliardi entro fine anno, dagli 80 miliardi di euro di fine giugno.
Sul fronte del debito sovrano, Passera sottolinea che l'Italia si è impegnata a pareggiare I conti pubblici entro il 2013. Ammette che tre settimane di revisioni del pacchetto della manovra sono state "un pasticcio". Ma crede che l'Italia manterrà gli impegni presi con la Bce.

Passera inoltre ritiene che nel giro di pochi anni il debito italiano debba scendere dal 120 al 100% del Pil. Per arrivare a quel punto, propugna "riforme strutturali". Ma vede con favore anche una tassa una tantum sulla ricchezza privata, che a suo parere ammonta a circa 10mila miliardi di euro.

Quanto al futuro delle banche, Passera dice che "non è affatto negativo per l'outlook sulla redditività nelle diverse aree del settore bancario e certamente non nella nostra". Il sistema bancario sta trovando "nuovi equilibri" con le nuove regole, ma – aggiunge - in Europa non si compete ancora ad armi pari e in Occidente rimangono distorsioni tra i regimi contabili e regolamentari.

Secondo Passera, le banche devono concentrarsi di più su core business, maggiore produttività, migliore segmentazione e innovazione dei servizi. E "con evidente soddisfazione" afferma: "Forse non sono fuochi d'artificio, ma questa è l'economia bancaria reale".

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