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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2011 alle ore 14:51.

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Berlusconi: abbiamo salvato conti con rigore e equitàBerlusconi: abbiamo salvato conti con rigore e equità

«La manovra ci è stata chiesta dall'Europa, dalla BCE, ci è stata imposta in tempi molto stretti dai mercati. Penso che abbiamo lavorato bene per rendere la manovra più equa possibile, sia pure con il necessario rigore». Il premier Silvio Berlusconi torna a difendere la manovra del Governo in un messaggio ai Promotori della libertà: «Il ritocco dell'Iva di un punto dal 20 al 21% non colpisce i beni di prima necessità. Soltanto ai contribuenti più facoltosi, dai 300mila euro in su - ha aggiunto Berlusconi - è stato chiesto un onere del 3% in più sino a quando non avremo raggiunto il pareggio di bilancio. Ma questa è l'unica eccezione al principio che ho sempre rispettato di non mettere le mani nelle tasche degli italiani. I costi della politica saranno ridotti con varie misure, su tutte ricordo l'abolizione delle Province. Il pareggio di bilancio diventerà un obbligo stringente posto dalla Costituzione». «In questo modo - ha detto ancora il premier - abbiamo tutelato i risparmi delle famiglie e abbiamo esentato dai sacrifici le fasce sociali più deboli. Soprattutto, credo di poterlo davvero dire, abbiamo salvato i nostri conti, in definitiva, abbiamo salvato i risparmi dei cittadini italiani, abbiamo salvato l'Italia».
Berlusconi, nel suo messaggio, invita i propri simpatizzanti a spiegare l'operato del governo per «salvare i
conti dell'Italia». «Questo forse non basterà - ha aggiunto - a riequilibrare le infinite falsità che si dicono in
questi giorni su di me come persona». Il debito del Paese ha ribadito il leader Pdl, viene da lontano: «L'Italia ha vissuto per troppo tempo al di sopra delle proprie risorse, soprattutto per il suo debito causato dal consociativismo catto-comunista che dal 1980 al 1992 ha moltiplicato il debito».
Il premier è poi tornato sulle polemiche di questi giorni legate alla sua mancata apparizione martedì prossimo - per l'appuntamento con i vertici europei - davanti ai giudici napoletani che indagano sul caso Tarantini e su presunti ricatti di cui sarebbe stato vittima: «Ho cercato di andare lunedì, ma non è stato possibile e gli appuntamenti sono stati fissati martedì» ha detto Berlusconi ai giornalisti.

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