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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2011 alle ore 11:44.

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Tremilacinquecento insegnanti di sostegno in più, classi-pollaio che sono solo lo 0,6% del totale, e poi smentite sulle «falsità» riguardanti i tagli fatti dal Governo alla scuola. Nel giorno in cui 7 milioni e 830mila studenti tornano dietro i banchi, il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini ha telefonato alla tramissione "Mattino 5" per intervenire sulle riforme che interessano la scuola.

«Record dei docenti di sostegno»
Innanzitutto, ha detto il ministro, quest'anno la scuola italiana potrà contare su 3.500 docenti di sostegno in più. Gelmini ha ricordato che quest'anno «abbiamo toccato il picco più alto nel numero dei docenti di sostegno che, in tutto, sono 94 mila». «Possono esserci casi in cui l'insegnante di sostegno viene dato con troppa superficialità a discapito di chi ne ha veramente bisogno ma dire che chi governa ha tagliato gli insegnanti di sostegno è una bugia». Così come, ha proseguito Gelmini, «un'altra falsità è la presunta riduzione del tempo pieno. Invito tutti a collegarsi con il sito del ministero e a verificare i dati dell'ufficio statistico: quest'anno sono 170mila in più gli studenti che avranno il tempo pieno». Infine, il capitolo precari: «Quest'anno, a saldi invariati, quindi non con il vecchio vizio di aumentare la spesa pubblica ma nell'ottica di garantire la continuità didattica - ha precisato il ministro - abbiamo assunto 30mila nuovi insegnanti e 35mila del personale tecnico».

«Solo lo 0,6% delle classi sono sovraffollate»
Le classi sovraffollate sono «poco più di 2 mila su oltre 340 mila, sono lo 0,6% e non rappresentano l'immagine della scuola italiana», ha poi proseguito il ministro. «Non nego che il problema esista- continua- ma non si può dare la rappresentazione di una scuola in cui la norma sia costituita da classi con oltre 30 alunni. In verità la media di alunni per classe è di 22 alunni contro la media Ocse di 23. Lo 0,6% è una percentuale bassa. Abbiamo invece il 4% di classi con meno di 12 alunni. Dare la sensazione di una scuola allo sbando e con classi normalmente sovraffollate è un errore e non rappresenta la realtà».

Presenze di stranieri limitate per evitare «ghetti»
Il tetto del 30% di presenze di studenti stranieri in ciascuna classe, inoltre, serve per evitare la formazione di «ghetti», ha detto il ministro riferendosi alla scuola di via Paravia a Milano, dove non è stata attivata una prima classe a causa del numero troppo elevato di immigrati fra gli iscritti. «Si è trattato di una polemica inutile - controbatte Gelmini - l'integrazione degli stranieri è uno dei fiori all'occhiello della nostra scuola e coloro che la praticano sostengono da tempo che in classi con solo stranieri non ci sono le condizioni perché si realizzi al meglio».

Necessarie riforme per conciliare famiglia e lavoro
Infine, il ministro Gelmini ha parlato della difficile conciliazione fra lavoro e famiglia per le donne italiane, settore nel quale si può fare qualcosa di più «attraverso una riforma del welfare, cioè attraverso la rivisitazione della spesa pubblica che riduca gli sprechi e i costi che non servono e riesca a concentrare risorse sui servizi indispensabili». Sicuramente, ha aggiunto, «i servizi per le donne che lavorano a favore dei più piccoli devono essere aumentati». Un accenno anche alla piccola Emma, sua figlia. «Cresce bene - ha detto il ministro sorridendo - non sente la crisi». (Ch. B.)

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