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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2011 alle ore 15:37.

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Centrale nucleare di Bushehr (Ansa)Centrale nucleare di Bushehr (Ansa)

L'inaugurazione che si è tenuta oggi della centrale nucleare di Bushehr, la prima nella storia della Repubblica Islamica, mette fine a una lunga querelle iniziata 36 anni fa. Tra improvvise accellerazioni e incomprensibili ritardi, la centrale ha visto finalmente la luce alla presenza delle autorità di Mosca e Teheran, anche se la sua capacità massima di 1.000 megawatt sará raggiunta solo a novembre e al momento esprimerà solamente il 35-40% del suo potenziale.

La storia
La costruzione dell'impianto, realizzato dall'Iran con il supporto della Russia che ha fornito il know how, le tecnologie e il carburante per la centrale, è iniziata nel 1975 grazie alla collaborazione delle societá tedesche Siemens e Aeg-Telefunken. Dopo l'embargo imposto dagli Stati Uniti a causa degli eventi della rivoluzione islamica nel 1979, la Germania è stata costretta a sospendere le sue relazioni economiche con il governo iraniano e questo ha portato a una prima interruzione dei lavori.

Nel febbraio 1998 la Russia ha siglato un contratto per il completamento della centrale nucleare, inizialmente previsto per il 2006, poi slittato, secondo Mosca, a causa di ritardi nel pagamento della fornitura di uranio arricchito da parte iraniana e di problemi tecnici sorti all'interno dell'impianto.

Secondo diversi esperti, il ritardo sarebbe dovuto invece alle pressioni degli Usa, che accusano la Repubblica Islamica di seguire un programma nucleare con scopi militari. Nei primi mesi del 2010 sono stati completati i test preliminari per verificare la tenuta dei sistemi di sicurezza della centrale, mentre il 21 agosto è stato inaugurato con una cerimonia ufficiale il primo reattore.

Nell'estate dello scorso anno si sono diffuse inoltre speculazioni secondo cui i computer della centrale sarebbero stati colpiti da Stuxnet, un virus in grado di spiare e riprogrammare pc industriali. Il 26 ottobre 2010 è iniziato il caricamento del combustibile nucleare nel nocciolo reattore, la cui seconda accensione è avvenuta nel maggio 2011.

Lo scorso 4 settembre la centrale di Bushehr è stata connessa alla rete elettrica nazionale. L'elezione nel 2005 del presidente ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad ha dato ulteriore impulso al programma nucleare degli ayatollah. Il governo di Teheran, infatti, da alcuni anni deve fare i conti con un incremento della domanda interna di idrocarburi e su tecniche di estrazioni petrolifere antiquate che comportano molti sprechi. Il governo ha quindi lanciato un piano su vasta scala per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, puntando sull'atomo, in modo da liberare risorse per le esportazioni di idrocarburi. Nei mesi scorsi i vertici della Repubblica Islamica hanno annunciato in più occasioni di voler realizzare altre centrali nucleari in modo da produrre 20 mila megawatt di energia elettrica.

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