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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2011 alle ore 13:02.

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L' Aula del Senato con 151 sì, 129 no no e due astenuti solleva il conflitto di attribuzione nei confronti della Procura di Milano sull'inchiesta su Ruby che coinvolge il presidente del Consiglio, come già aveva fatto in aprile la Camera. Anche per questo ramo del Parlamento, quindi, deve essere solo il Tribunale dei ministri ad occuparsi della questione della telefonata di Silvio Berlusconi alla questura di Milano per far rilasciare Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori. La Camera, infatti, aveva votato in questo senso in aprile, mentre a luglio la Corte Costituzionale aveva dichiarato ammissibile il conflitto di attribuzioni.

A favore del conflitto hanno votato senatori di Pdl, Lega, Coesione nazionale-Io Sud-Forza del Sud. Contrari Pd, Idv, Udc e terzo Polo.
In una data ancora da definire, comunque dopo il 16 settembre, la Giunta per le autorizzazioni della Camera deciderà anche sulla richiesta del premier di non utilizzare le intercettazioni sul caso Ruby.

L'opposizione contesta la decisione
«Questa discussione e questa decisione è esclusivamente, perdonatemi la volgarità, una marchetta nei confronti del presidente del Consiglio», ha commentato Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato. «Un ulteriore espediente per allontanare il tempo in cui dovrà rispondere al suo giudice. Ed è per questo che noi voteremo no al fatto che il Senato si associ al conflitto di attribuzione sul caso Ruby», ha aggiunto. Per Finocchiaro, inoltre, «il conflitto di attribuzione è del tutto destituito di ogni fondamento. Questo è quello che io penso. Con questa votazione il Senato si associa a una causa persa e questo non gli giova, ma soprattutto il senato é camera del tutto estranea, perché la competenza è comunque della Camera dei deputati».

«Non esiste alcun precedente che giustifichi questo paradosso giuridico - commenta il senatore dell'Italia dei Valori, Luigi Li Gotti - Siamo stufi. Dopo le leggi ad personam ora abbiamo i precedenti ad personam. Ogni volta che si parla di Silvio Berlusconi facciamo uno slalom tra gli articoli di legge».

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