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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2011 alle ore 15:12.

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La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, torna a criticare severamente la manovra, nel giorno del voto di fiducia alla Camera. «Questa manovra non è come l'avremmo voluta noi, non risolve i problemi dell'Italia: se non torniamo a crescere sarà insufficiente, e la manovra non ha nulla per la crescita», afferma da Perugia, dove è in corso l'assemblea degli industriali. «Non ha nulla di strutturale se non poche cose, aggiunge, è tutta tasse. È chiaro che è depressiva». Servono «riforme profonde», o «il Paese rischia molto».

«Non c'è più tempo. Bisogna fare subito riforme profonde. Vediamo, o le fanno o non le fanno, il tempo è molto breve», dice la presidente degli industriali. «Credo che se riuscissimo a fare quelle che agli occhi di tutti sono oggi chiaramente le cose da fare abbiamo la potenzialità di uscire da questa situazione, recuperare credibilità, produzione e produttività». Mentre «siamo di fronte ad una caduta di credibilità verso l'Italia, c'è troppo pessimismo verso l'Italia, non è accettabile che appaia meno credibile della Spagna, ma dai mercati veniamo percepiti così», aggiunge, dopo aver ricordato l'allarme evidenziato dallo spread Btp-Bund che misura la fiducia dei mercati rispetto al benchmark dei titoli di stato tedeschi. La credibilità è stata minata anche da quello che Marcegaglia definisce «un balletto imbarazzante» sulla manovra. La presidente degli industriali ha anche spiegato che «avere uno spread a 400 punti base non è una cosa finanziaria, ma economica: avere questo spread vuol dire che le banche non hanno più soldi per finanziarsi, e non hanno più soldi per dare a noi».

«Bene gli investimenti cinesi, ma ci deve essere reciprocità»
Sul capitolo dei possibili investimenti cinesi in Italia, Marcegaglia afferma che «dobbiamo fare attenzione che ci siano condizioni di reciprocità, che non ci sia solo una volontà di portare via tecnologia, ma di investire seriamente». «Possiamo avere partnership importanti - ha aggiunto la presidente - come con la Cina e fare molto di più, in termini di interscambio e di investimenti reciproci».

«Più che scioperare bisogna lavorare»
«Più che proteste, più che atti dimostrativi, bisogna lavorare, ognuno per la sua parte, e riprendere a crescere», ha sottolineato la presidente di Confindustria rispondendo a chi le chiedeva un'opinione sulla protesta che un presidio della Cgil di Perugia, composto da una cinquantina di persone, ha organizzato al suo arrivo all'assemblea generale. «Noi abbiamo firmato un accordo molto importante il 28 giugno con la Cgil, a cui terremo totalmente fede, l'accordo è nella logica che nei momenti difficili bisogna lasciare da parte le cose che dividono e mettere sul campo le cose che uniscono».

Infine, Marcegaglia sottolinea la propria indipendenza di giudizio e azione: «Possono attaccarmi quanto vogliono, ma fin quando sto qui continuerò a dire quel che penso ed a fare quello che credo giusto per l'industria italiana. Saremo sempre una voce di critica, di denuncia, indipendente, che non ha paura», dice la leader degli industriali.

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