Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2011 alle ore 06:41.

My24


MILANO
Da Sesto San Giovanni a Segrate. L'inchiesta della procura di Monza sul sistema delle presunte tangenti per gli appalti nell'ex area Falck si sta allargando, e i pm stanno ora raccogliendo prove e dichiarazioni anche sulle vicende di un'altra importante struttura dell'hinterland milanese, l'Idroscalo center, ovvero il più grande centro commerciale d'Europa, che dovrebbe sorgere tra i Comuni di Segrate e Pioltello.
Ieri doveva essere interrogato dalla procura Michele Molina, un ingegnere che ha svolto un ruolo di consulenza per il gruppo Percassi, e che proprio per conto del gruppo si è occupato del progetto. Molina è indagato nella stessa inchiesta che vede coinvolto Filippo Penati, ex leader democratico, ex sindaco di Sesto ed ex presidente della provincia di Milano. L'ingegnere non si è però presentato dal pm Walter Mapelli, e a rispondere sono stati i suoi legali, che hanno consegnato una memoria nella quale veniva spiegata «l'estraneità alle vicende contestate».
I pm sospettano che il progetto dell'Idroscalo center abbia goduto, dopo anni di contestazioni da parte delle popolazioni locali, di un particolare favore da parte della giunta provinciale, che avrebbe dato il nulla osta alla struttura nel suo piano di urbanistica e mobilità intercomunale. Gli inquirenti ipotizzano che la decisione di sbloccare il progetto sia avvenuto tra il 2007 e il 2008 a fronte di una qualche ricompensa finanziaria. Si tratta di una vicenda su cui la procura di Monza ha acceso un faro, e su cui farà degli accertamenti, probabilmente partendo proprio dal gruppo Percassi, che risulta tra i benefattori dell'Associazione Fare Metropoli, nata per volontà di Penati e finalizzata alla gestione dei fondi per le campagne elettorali. Il gruppo Percassi, in base alle carte raccolte dalla Guardia di finanza, ha versato tramite bonifico un regolare finanziamento all'associazione, pari a 45mila euro in 2 anni.
A tirare in ballo Molina dentro la vicenda è stato Piero Di Caterina, imprenditore di Sesto titolare dell'impresa di trasporti Caronte, diventato la "gola profonda" dell'inchiesta sul "sistema Sesto" e il principale accusatore di Penati (risulta anche lui indagato nell'inchiesta).
Tempo fa Di Caterina aveva raccontato ai pm di aver saputo dall'architetto Renato Sarno (anche lui indagato, e sospettato di essere uno dei collettori materiali delle tangenti indirizzate a Penati) di rapporti economici «opachi e anomali» tra Penati e Molina, intercorsi tra il 2007 e il 2008, proprio in riferimento all'area dell'ex dogana di Segrate, nella quale doveva sorgere l'Idroscalo center. Nei prossimi giorni gli inquirenti sentiranno di nuovo anche l'ex assessore all'Urbanistica di Sesto, Pasqualino Di Leva, accusato di aver intascato 710mila euro attraverso un giro di false fatturazioni, e in custodia cautelare in carcere. Ieri Di Leva si è visto rigettare dal tribunale del Riesame di Milano l'istanza per gli arresti domiciliari. Oggi il tribunale esaminerà la richiesta di scarcerazione dell'architetto Marco Magni, considerato dalla procura il collettore tra l'assessore e gli imprenditori, che avrebbe utilizzato conti all'estero e società straniere, come la londinese Shorelake, dove sarebbero stati depositati 870mila di provenienza in parte sconosciuta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi