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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2011 alle ore 15:23.

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È stato un lungo tira e molla e alla fine il cda Rai ha bocciato il contratto con la Fandango per la realizzazione di Parla con me di Serena Dandini. Cinque i voti contrari, quattro a favore. La casa di produzione aveva accettato uno sconto del 5% rispetto all'accordo precedente, che avrebbe portato il costo a puntata a 32.000 euro contro i 34.500 dello scorso anno e non si aspettava un niet dalla Rai.

Attorno al nodo della produzione la questione è rimasta sospesa in queste settimane. La policy aziendale prevede che siano evitate produzioni esterne per le trasmissioni di cui la Rai detiene i diritti al 100 per cento. Serena Dandini è invece legata alla Fandango da un'esclusiva. Per sbloccare la situazione il direttore generale, Lorenza Lei ha percorso la strada della riduzione dei costi con la Fandango e ha deciso di mettere al voto la bozza di accordo, pur ribadendo il suo orientamento favorevole alla scelta di produrre internamente la trasmissione. Contro si sono schierati i cinque consiglieri dell'area di maggioranza (Petroni, Rositani, Verro, Bianchi Clerici e Gorla), a favore i tre dell'opposizione (Rizzo Nervo, Van Straten e De Laurentiis) più il presidente Paolo Garimberti.

«L'unica soddisfazione di una giornata amara è di averli stanati», commenta Serena Dandini. Che si dice dispiaciuta «per l'azienda in cui abbiamo lavorato per decenni: mai come adesso, è sotto occupazione politica». «Mi hanno accusato di essere avida, di volere troppi autori, e pezzo a pezzo abbiamo smontato ogni pretesto: ora il re è nudo e tutti hanno capito perché non andiamo in onda». La conduttrice approderà a La7 con la quale i contatti in queste settimane sarebbero stati intensi. Le voci di una sua firma imminente con la tv di Ti Media circolano ormai da giorni. «Lo prendiamo come impegno - annuncia - ci ritroveranno presto altrove». Dandini non potrà riproporre Parla con me, di proprietà di viale Mazzini e su questo, con ironia, butta là: «Visto che ho regalato alla Rai il format ideato da me, potrei almeno riavere il divano?»

Per lei è andata diversamente rispetto a quanto successo qualche settimana con Milena Gabanelli. Il via libera alla conduttrice di Report passò d'un soffio in consiglio d'amministrazione (quattro voti a favore e quattro contrari), con l'astensione del consigliere di maggioranza Alessio Gorla, che uscì dall'aula. Nel caso Gabanelli però il problema riguardava la tutela legale. La giornalista chiedeva che fosse confermata, l'azienda indugiava. Alla fine Lorenza Lei ha proposta al cda (che ha accettato) la copertura legale, con l'eccezione dei casi di accertata malafede e colpa grave.

Per Serena Dandini la discussione in queste settimane è ruotata attorno al tema dei costi. I ricavi di Parla con me, al contrario di quelli di Annozero, erano inferiori alle uscite. Ma per Domenico Procacci, numero uno della Fandango si è trattato di una «decisione completamente politica, presa contro l'interesse dell'azienda, conseguente a un preciso mandato, del tutto politico».

Il presidente della Rai, Paolo Garimberti si rammarica perché «il consiglio si è spaccato come non accadeva da mesi» e trova «aziendalmente incomprensibile la decisione presa dalla maggioranza del cda» che solo poche settimane fa aveva approvato «praticamente all'unanimità» i palinsesti all'interno dei quali era prevista la trasmissione di Serena Dandini.

Nino Rizzo Nervo, consigliere di opposizione, si chiede «se ha senso restare per assistere impotente alla consumazione di un delitto». Perchè, argomenta, «la missione, così come era emerso nelle intercettazioni dell'inchiesta di Trani, è stata portata a compimento: dopo Michele Santoro e Paolo Ruffini è toccato all'ultimo nome della lista, quello di Serena Dandini».

Per il consigliere di maggioranza, Antonio Verro si è trattato invece «di una scelta coraggiosa». «La valorizzazione delle risorse interne - dice Verro - deve affermarsi come principio concreto e non può essere invocata a intervalli, ovvero a seconda di convenienze di parte e situazioni particolari».

Il programma era stato inserito nei palinsesti autunnali e sarebbe dovuto partire il 27 settembre.

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