Scandalo in Ubs, broker perde 2 miliardi

LUGANO
La vicenda ricorda quella che coinvolse nel 2008 la banca francese Société Générale, con il trader poi condannato Jérôme Kerviel. Ma questa volta ad essere toccato è il colosso bancario svizzero Ubs. Nella sede di Londra della banca elvetica un dipendente ha effettuato infatti un'operazione non autorizzata nell'investment banking, provocando una perdita su transazioni stimata in 2 miliardi di dollari.
Il presunto responsabile, il 31enne Kweku Adoboli, di origine ghanese, è stato arrestato ieri nella capitale britannica perché sospettato di truffa. Con questo buco, Ubs nel terzo trimestre di quest'anno potrebbe quindi accusare una perdite di bilancio. Sulla vicenda è in atto un'inchiesta, ha precisato ieri la banca elvetica poco prima dell'apertura delle Borse in un breve comunicato, dove ha indicato che il caso non intacca nessuna posizione dei clienti.
Secondo Ubs chi ha causato la perdita lo ha fatto con «una notevole energia criminale». La banca avrebbe scoperto le operazioni non autorizzate mercoledì pomeriggio e subito informato le autorità di sorveglianza britanniche, statunitensi e svizzere.
L'autorità elvetica di vigilanza sui mercati finanziari, la Finma, ha confermato. La polizia britannica ha precisato di aver arrestato nel corso della notte il 31enne nel centro di Londra. In seguito Ubs ha confermato che si tratta di un suo dipendente, senza però indicare in che unità lavorasse. L'uomo è all'Ubs dal 2007 ed è registrato sia presso il gruppo in Svizzera, sia presso la Ubs Limited a Londra, ha reso noto l'autorità di sorveglianza britannica Fsa. Secondo l'Università di Nottingham l'uomo ha conseguito nel 2003 un Bachelor in E-Commerce ed economia digitale. Dal 1992 al 1998 ha frequentato un internato nel West Yorkshire.
Alla Borsa svizzera il titolo Ubs ieri è finito immediatamente sotto pressione e ha perso in chiusura di seduta il 10,8% (chiudendo a quota 9,75 franchi), in una giornata caratterizzata al livello europeo da un generalizzato e ampio recupero dei titoli del credito.
Per una parte degli analisti della piazza elvetica il danno finanziario subito dall'Ubs non è drammatico, ma è chiaro che sorgono adesso interrogativi sui controlli interni e si teme un danno per la reputazione della banca. È un fatto: ieri Moody's ha messo la banca sotto la lente avviando la procedura di valutazione del downgrading.
Il Ceo dell'Ubs, Oswald Grübel, e gli altri membri della direzione hanno cercato di tranquillizzare i 65mila dipendenti del gruppo e in un breve messaggio via email hanno precisato che la solidità della banca non è in discussione. A margine di un assemblea di imprenditori elvetici, il presidente del consiglio di amministrazione del colosso bancario rossocrociato, Kaspar Villiger, ha espresso «profonda delusione» per l'arresto a Londra del collaboratore della banca con l'accusa di truffa. Secondo Villiger, si tratta di «un caso isolato e realizzato in un modo molto professionale». Non è ancora chiara la natura delle transazioni che hanno causato l'ammanco, ma qualche analista ipotizza che la perdita sia legata a scambi di derivati sul mercato dei cambi, dove ogni giorno avvengono transazioni per circa 4mila miliardi.
La vicenda scoppia proprio quando Ubs è riuscita a tornare in zona utili e a riconquistare la fiducia dei clienti, dopo le perdite subite durante la crisi finanziaria. Nel primo trimestre dell'anno la banca aveva registrato un afflusso di nuovi capitali per 22,3 miliardi di franchi. Nel secondo trimestre l'importo era sceso a 8,7 miliardi di franchi.
Tenendo presente il contesto difficile dei mercati finanziari, in agosto Ubs ha deciso di sopprimere circa 3500 posti di lavoro entro il 2013, nell'ambito di un più ampio programma di riduzione dei costi per 2 miliardi di franchi. La ristrutturazione prevede anche licenziamenti. In Svizzera circa 400 persone dovrebbero perdere il posto, la maggior parte a Zurigo. Ubs prevede oneri di ristrutturazione per 550 milioni di franchi, di cui 450 saranno contabilizzati nel secondo semestre 2011.
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