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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2011 alle ore 17:18.

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Stamani Silvio Berlusconi sarà a Milano per il processo Mills. Per esserci, salterà l'assemblea dell'Onu dove si discute di Israele e Palestina. Ai pm di Napoli invece Berlusconi non ha indicato una data per essere sentito come parte lesa, e ora questi potrebbero disporre l'accompagnamento coatto. Il premier infatti già fatto sapere che non si presenterà davanti ai pm di Napoli per rispondere della presunta estorsione ai suoi danni messa su da Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola. E domenica è scaduto l'ultimo giorno utile che la procura campana aveva proposto al Cavaliere con una una rosa di possibili date (da giovedi 15 settembre alle 20 di oggi) per il confronto. Offerta declinata da Berlusconi che ha spedito ai magistrati una memoria difensiva giudicata però insufficiente dalla procura.

Il niet del Cavaliere al confronto con la procura di Napoli
Il premier ha deciso da giorni di non sottoporsi all'interrogatorio e ha ribadito la sua linea concordata con gli avvocati: disponibilità a incontrare i pm solo come indagato in procedimento connesso, con riferimento al caso Ruby. Un riconoscimento che consentirebbe di affrontare il faccia a faccia con il pool di magistrati napoletani in compagnia dei suoi legali e forte della possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere. Una tutela, quest'ultima, che viene concessa a chi è convocato come semplice testimone. I magistrati campani, però, continuano a considerare Berlusconi parte lesa nel procedimento e hanno perciò respinto le istanze presentate in tal senso dai legali del premier.

Lo scontro attorno all'ipotesi dell'accompagnamento coatto
Vista la scelta del Cavaliere di non rispondere alla convocazione dei pm napoletani, questi avrebbero il potere di chiedere alla Camera di autorizzare l'ordine alla polizia giudiziaria di accompagnamento coatto del premier. Una possibilità adombrata dalla procura nella richiesta a Berlusconi di fissare entro oggi data e luogo dell'interrogatorio e che ha scatenato la dura risposta del Pdl con diverse interpellanze al ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, per sollecitare l'invio degli ispettori di Via Arenula negli uffici della procura. Vero è che la richiesta di accompagnamento coatto è considerata l'extrema ratio dai pm, consapevoli peraltro che l'eventuale ricorso alla procedura sarebbe stoppato dalla Camera. Dove Berlusconi dispone della maggioranza a Montecitorio che difficilmente autorizzerebbe il provvedimento.

Probabile decisione dei magistrati dopo l'udienza del Riesame
Ecco perché i magistrati lasciano aperta la porta alla possibilità di fissare nuove date per ascoltare Berlusconi e attenderanno comunque mercoledì prossimo prima di prendere qualsiasi decisione: per quel giorno è infatti fissata l'udienza del tribunale del Riesame che dovrà decidere dell'eventuale revoca degli ordini di custodia cautelare a carico di Tarantini, della moglie Angela Devenuto e di Lavitola. Il Riesame dovrà però anche stabilire se confermare la competenza dell'inchiesta in capo alla procura di Napoli o trasferirla a Roma, come chiedono i legali del Cavaliere. Sempre sulla competenza, poi, sarà chiamata a esprimersi successivamente la procura generale della Cassazione, cui si sono rivolti gli avvocati di Tarantini.

Lunedì il Csm ascolta il pm che accusò Laudati di aver rallentato indagini
Intanto la prima commissione del Csm ascolterà lunedì l'ex sostituto procuratore del tribunale di Bari, Giuseppe Scelsi, autore dell'esposto contro l'ex capo del suo ufficio, il procuratore di Bari, Antonio Laudati. Quest'ultimo è convocato per l'audizione davanti alla stessa commissione per il 22 settembre prossimo. Il pm Scelsi è il magistrato che ha indagato per primo sul giro di escort portate nelle residenze private di Berlusconi tra il 2008 e il 2009 da Tarantini. Scelsi ha accusato Laudati di non avergli fatto leggere l'informativa finale della Guardia di finanza (depositata a fine giugno 2011, pochi giorni prima del trasferimento di Scelsi) e aver di fatto ritardato la conclusione dell'indagine. (Ce. Do.)

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