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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2011 alle ore 16:12.

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La Turchia, protagonista assoluta di questa fase della primavera araba, patria di riferimento dai palestinesi in cerca di Stato e dei libici in cerca di leader con Erdogan instancabile frontman del proscenio diplomatico, alza la voce con l'Unione europea. Ankara è pronta a congelare le relazioni con Bruxelles se Cipro avrà la presidenza di turno dell'Ue da giugno 2012, come previsto.

Il vicepremier Besir Atalay minaccia: «Se i negoziati di pace a Cipro non saranno conclusi e l'Unione europea assegnerà la presidenza di turno a Cipro Sud, la vera crisi sarà tra Turchia e Ue, perchè congeleremo le relazioni con Bruxelles», ha detto, citato dall'agenzia Anatolian. A differenza della comunità internazionale, Ankara, che aspira ad entrare nell'Ue, riconosce la Repubblica turca di Cipro del Nord, ma non la Repubblica di Cipro, che rappresenta i greco-ciprioti.

Nel 1974 la Turchia invase il nord dei Cipro, in cui vive la comunità turca, causando la divisione dell'isola, dopo che nel 1975 il Nord proclamò l'indipendenza. Ma la Repubblica di Cipro è membro dell'Ue dal 2004, e come tale ha diritto ad entrare nella rotazione semestrale, che prevede di assegnare la presidenza di turno a uno Stato membro.

Il dossier cipriota ha fatto registrare molti pochi progressi dal 2004, quando i greco ciprioti hanno respinto in maniera massiccia un piano Onu per la riunificazione che era stato accettato dai turco-ciprioti.

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