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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2011 alle ore 06:37.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
All'indomani dell'ottava sconfitta consecutiva a livello regionale, il cancelliere Angela Merkel ha voluto ieri rassicurare sulla solidità del suo Governo, nonostante l'incredibile debolezza del partner liberale. Il momento è delicatissimo: tra meno di dieci giorni il Bundestag dovrà votare sul nuovo fondo di stabilità europeo Efsf, criticato ancora una volta ieri dalla Bundesbank.
«Continueremo il nostro lavoro al Governo e non credo sia diventato più difficile», ha detto la signora Merkel in una conferenza stampa organizzata ieri dopo il voto a Berlino. Il partito socialdemocratico ha vinto le elezioni che gli permetteranno di continuare a governare nella città-stato, probabilmente con i Verdi. Il partito democristiano del cancelliere ha guadagnato terreno; malissimo invece è andato l'Fdp.
Il partito liberale, che governa con la Cdu-Csu a livello federale, ha riscosso appena l'1,8% dei suffragi, meno del movimento neonazista Npd (2,1%) o dei Pirati (8,9%). Debolissimo anche nei sondaggi nazionali, l'Fdp sta inanellando sconfitte nei voti regionali. Dal 2009, otto regioni tedesche hanno rinnovato il loro parlamento locale; in cinque casi, il partito non è riuscito a superare lo sbarramento del 5 per cento.
È difficile dire se l'insuccesso liberale sia dovuto alle critiche del partito contro i salvataggi sovrani. Di solito nei voti regionali giocano elementi locali. Eppure, è possibile che il dibattito nazionale abbia influenzato gli elettori. «La coalizione è al lavoro - ha rassicurato la signora Merkel - Abbiamo molti obiettivi sul tavolo e tutti i partner della coalizione sanno quale è il loro compito e lo perseguiranno con grande diligenza».
La verità però è che la debolezza del partito liberale sta mettendo in crisi il Governo. Da giorni ormai il cancelliere è costretto a fare i conti con l'Fdp, che sta giocando la carta dell'euroscetticismo - parlando dell'ipotesi di un fallimento della Grecia in crisi finanziaria - per tentare disperatamente di rafforzare la sua immagine. Ancora ieri, la signora Merkel ha esortato tutti «a pesare con attenzione le proprie parole».
«Superare la crisi dell'euro è una missione storica. Se l'euro crolla, anche l'Unione Europea crollerà», ha avvertito il cancelliere. La Süddeutsche Zeitung riferiva ieri mattina che questa interpretazione è criticata dal presidente dei cristiano-sociali bavaresi Horst Seehofer. Il giornale notava le aspre differenze nel Governo tedesco, tanto che la stampa tedesca si interroga sulla tenuta del Governo.
C'è chi specula su un cambio di maggioranza o su elezioni anticipate. In questo momento sono due soluzioni che non appaiono d'attualità. In Germania in ogni caso il sistema costituzionale preferisce il voto di sfiducia costruttivo, con l'arrivo di un nuovo cancelliere eletto dal Bundestag, all'interruzione della legislatura con un ritorno anticipato alle urne. Chiarezza farà il voto del 29 settembre.
In quel giorno, la Camera bassa voterà sul nuovo Efsf. Proprio ieri davanti a una comissione parlamentare il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, è tornato a criticare la scelta di attribuire al fondo gli acquisti di titoli pubblici: questa scelta «rappresenta un nuovo passo nella direzione di una responsabilità comune e di una minore sanzione dei mercati, senza per contropartita un controllo sulle politiche nazionali».
Certo, la presa di posizione di Weidmann non aiuterà la maggioranza democristiana-liberale a ricompattarsi. L'incertezza tedesca sta pesando sull'andamento dei mercati e rallentando il processo decisionale in Europa. Ieri il cancelliere si è detto certo che la maggioranza sarà all'appuntamento tra dieci giorni. Se così non fosse, le conseguenze si farebbero sentire ben oltre le frontiere tedesche.
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LE TAPPE DELL'EFSF

Già promosso in 5 Paesi
Sono cinque i Paesi che hanno già approvato il potenziamento del Fondo salva-Stati (Efsf) così come deciso dal Consiglio europeo del 21 luglio: sono Italia, Francia, Spagna, Belgio e Lussemburgo. Tutti gli altri Paesi dell'area euro devono ancora approvarlo mentre i tre che hanno già ricevuto gli aiuti (Grecia, Irlanda e Portogallo) non sono chiamati a decidere sul suo potenziamento
Gli ostacoli da superare
Il voto più atteso, in calendario il 29 settembre, è quello del Parlamento tedesco. Il via libera è certo perché l'opposizione voterà a favore, ma la coalizione Cdu-Fdp deve farcela da sola per non rischiare di collassare
Un altro voto delicato è quello della Slovacchia, dove il secondo partito di governo guidato dal presidente del Parlamento Richard Sulik è contrario al potenziamento dell'Efsf. Il voto è in calendario entro l'11 ottobre
In Olanda il Governo non è vincolato al sì del Parlamento ma ha deciso comunque di avere il suo via libera politico che non appare scontato

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