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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2011 alle ore 06:38.

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La centrale nucleare di Marcoule, Francia (Italy Photo Press)La centrale nucleare di Marcoule, Francia (Italy Photo Press)

«Monsieur le Directeur», signor direttore: cominciano così le lettere che gli ispettori dell'Autorità francese per la sicurezza nucleare hanno mandato in questi giorni ai direttori di otto centrali atomiche per rilevare inadempienze, rischi, miglioramenti.

Si è trattato delle conseguenze dei controlli svolti dall'Asn nelle 19 centrali nucleari dopo l'incidente di Fukushima, in Giappone, incidente non ancora risolto.

Le ispezioni – come hanno indicato anche gli "stress test" nucleari decisi dall'Unione europea – si sono concentrate proprio sugli aspetti di fragilità tecnologica mostrate dall'impianto giapponese Dai Ichi spazzato dal maremoto dell'11 marzo: il rischio sismico, il rischio di alluvione, la caduta dell'alimentazione elettrica. Cioè quello che sei mesi fa era accaduto sulla costa giapponese.

Le lettere degli ispettori sono state spedite in questi giorni ed elencano per le otto centrali circa 200 interventi necessari per correggere manchevolezze e punti di pericolo. Sono esposti a rischi gli impianti di Golfech, Civaux, Cattenom, Flamanville, Gravelines, Le Blayais, Penly e Saint-Alban.
Nella maggior parte dei casi non si tratta di manchevolezze allarmanti, se prese singolarmente. Più allarmante è la loro somma, che in un caso di "legge di Murphy" (se qualcosa può andare male, lo farà) possono rivelarsi drammatiche come è accaduto in Giappone.

Qualche esempio.
Lettera del 7 settembre a «monsieur le Directeur» della centrale di Saint Maurice l'Exil: l'accesso ai compressori d'emergenza non è vietato al pubblico (e tante altre osservazioni simili).
Lettera del 13 settembre dall'ufficio Asn di Bordeaux al direttore dell'impianto di Civaux: tra i tanti difetti, l'accelerometro che rileva le scosse sismiche e manda in arresto la centrale in caso di terremoto non può rilevare i sismi più lievi («L'accéléromètre situé en champ libre est paramétré de telle sorte qu'il ne peut pas détecter des accélérations inférieures à 0,250 g»).

Lettera del 10 agosto al direttore della centrale di Flamanville, in Normandia: per esempio l'edificio di sicurezza, il bunker dove ci sono le apparecchiature d'emergenza e gli apparati di telecomunicazione, non è stato dimensionato per resistere al rischio sismico («dimensionné au séisme»). Oppure il generatore d'emergenza e i suoi serbatoi di carburante non sono protetti dalle alluvioni (lo stesso problema di Fukushima) anche se un'inondazione avvenuta nel '99 a Blayais aveva imposto la modifica dell'impianto.
Il direttore della sicurezza dei reattori, Martial Jorel, ha specificato sul settimanale Journal de la Dimanche: «I rischi sismici non sono stati percepiti nel loro giusto valore in Francia, un Paese in cui i movimenti tellurici sono poco frequenti».

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