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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2011 alle ore 06:38.

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BARI.
Una guerra tra toghe che rischia di compromettere il lavoro svolto dalla Procura di Bari negli ultimi anni. Contro il procuratore Antonio Laudati pendono le accuse dall'ex pm titolare dell'inchiesta sulle escort, Giuseppe Scelsi, confermate anche dal procuratore capo di Brindisi, ex aggiunto a Bari, Marco Di Napoli.
È prevista proprio per oggi l'audizione alla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura per Laudati, pronto a smentire ogni accusa con prove documentali. Ma dalle carte depositate l'altro ieri dai pm partenopei per il Riesame di Gianpaolo Tarantini, accusato con Valter Lavitola e Angela De Venuto di estorsione al premier Silvio Berlusconi (si veda l'articolo a fianco) emerge anche un verbale del capo della procura di Brindisi, Marco Di Napoli, già procuratore aggiunto a Bari, che conferma la versione dei fatti dell'ex pm Scelsi, oggi sostituto procuratore generale. Carte che, secondo quanto rivelano fonti giudiziarie baresi, sarebbero dovute essere depositate dai pm partenopei con gli omissis perché si tratterebbe degli atti di un'altra inchiesta, quella della Procura di Lecce, dove Laudati è indagato per abuso d'ufficio, violenza privata e favoreggiamento per la presunta ritardata chiusura dell'inchiesta escort al premier Berlusconi organizzata da Tarantini.
È il 18 agosto scorso, quando Marco Di Napoli - che da pm aveva le delega sulle indagini sanità e Tarantini - compare davanti al procuratore generale della Corte d'Appello di Bari, Antonio Pizzi. È in corso, infatti, l'istruttoria che la procura generale dovrà trasmettere al Csm, dopo il caso sollevato da Scelsi. Di Napoli racconta di un incontro avuto con il suo collega fra la fine di giugno e i primi del mese di luglio del 2009. «All'epoca ero procuratore aggiunto di Bari (…) Il collega mi riferì che in una riunione svoltasi il giorno della festa della Guardia di finanza avevano partecipato il generale Bardi (Vito, ndr), ufficiali e agenti della Gdf, che si erano occupati delle indagini sulla sanità pugliese e sul procedimento stralcio escort». Secondo la deposizione di Di Napoli sarebbe stato Laudati a convocare la riunione quando «era già stato nominato dal Csm a Bari, ma non aveva ancora conseguito le relative funzioni. Di questa riunione, Scelsi mi disse che Laudati aveva chiesto in sostanza ai presenti di non prendere iniziative in relazione alle indagini sulle escort sino a quando non si fosse insediato alla Procura di Bari. Inoltre indicò ai presenti il generale Bardi (indagato per rivelazione di segreto istruttorio nell'indagine P4, ndr) come punto terminale di tale indagine, nel senso che tutto doveva essere riferito al generale Bardi da parte della Gdf che investigava (…) Di questa riunione presso la Guardia di finanza, sebbene fossi il coordinatore, non fui informato da alcuno».
Intanto i pm titolari dell'indagine escort, Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis, ieri tirati in ballo con la pubblicazione parziale dei loro verbali ai pm di Lecce e Napoli, affermano che «la sommaria divulgazione di alcune dichiarazioni estrapolate dal contesto nel quale venivano raccontate contribuiscono a fornire false interpretazioni» spiegando che «mai in nessun passaggio è stato messo in discussione l'operato del procuratore Laudati». E aggiungono che «i verbali e le registrazioni sonore degli interrogatori di Tarantini documentano ampiamente il loro svolgimento e smentiscono inconfutabilmente ogni illazione maliziosa».
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