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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2011 alle ore 20:53.

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Una marcia indietro, anche se temporanea.
Alla Rai le critiche sono arrivate dal centrosinistra e dai centristi ma pure dal centrodestra. La cancellazione dell'edizione notturna dei telegiornali regionali alla politica, agli amministratori locali soprattutto, non piace.
La polemica sembra per ora destinata a placarsi, dopo che l' Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, ha reso noto, al termine di un'incontro con l'azienda, che la terza edizione della Tgr continuerà ad andare in onda temporaneamente.
Riferendo della questione in consiglio di amministrazione, il direttore generale, Lorenza Lei, aveva sottolineato che non c'è nessuna volontà di penalizzare la redazione regionale.

Il sindacato però andrà avanti nell'iniziativa di sciopero.
«All'Usigrai - scrive in una nota l'esecutivo del sindacato - le vittorie di Pirro non piacciono. Anche perchè resta l'attacco all'autonomia editoriale di Rainews». Lunedì partirà la trasmissione Italia Sera, «che centralizza l'informazione regionale e snatura la missione di Rainews», dice Usigrai. Lunedì il piano editoriale del direttore della Tgr, Alberto Maccari, sarà di nuovo sottoposto a voto. E sempre da lunedì partirà lo sciopero delle firme. «Il 4 ottobre - conclude il sindacato - inizierà da Trieste il tour dell'Usigrai Riprendiamoci la Rai, iniziativa aperta ai cittadini e alle forze politiche e sociali».

Contrari gli enti locali. A cominciare dalla conferenza delle Regioni che l'ha definita «una decisione grave». E ha chiesto al consiglio di amministrazione della Rai «un ripensamento della scelta intrapresa» e «un incontro con lo stesso Cda per avviare un confronto».

Il no della politica alla cancellazione è arrivato, bipartisan, dalle diverse aree del Paese.
Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo (Pdl), si è dichiarato «accanto ai giornalisti dell'azienda del servizio pubblico», perché l'informazione regionale della Rai è «una componente importante della vita sociale, economica e politica del Friuli Venezia Giulia».

Pronti alla battaglia anche i consiglieri del Pdl del Veneto che hanno lanciato un appello ai parlamentari veneti a Roma perché «difendano con tutte le loro forze il diritto di informazione dei territori.»

Coro di no pure dalla Lombardia. Contrari il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia (che parla di «decisione sbagliata e incomprensibile»), il presidente della Regione, Roberto Formigoni (una scelta «grave e inaccettabile») e quello della Provincia di Milano, Guido Podestà («penalizza la completezza dell'informazione sul territorio»).

Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha denito la scelta di cancellare la terza edizione dei telegiornali regionali «un errore strategico della Rai, errore ancor più grave se pensiamo alle complessità e alla gravità degli attuali problemi del nostro paese e al ruolo, sempre più centrale, assunto dalle regioni e dagli enti locali».

In una nota inviata al Ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, e al direttore generale della Rai, Lorenza Lei, i parlamentari lucani del Pdl, hanno sollecitato «una attenta valutazione dell'ipotesi di cancellare l'ultima edizione del Tgr Rai» .

Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd, ha attaccato il Carroccio.
«Per la Lega - ha detto - il federalismo è ormai solo una formula da comizio, contraddetta ogni giorno dalla pratica. Dalla vicenda dei Tg regionali arriva l'ennesima conferma».
Mentre per Gianpiero D'Alia, presidente dei senatori Udc, «la decisione
dei vertici Rai di cancellare la terza edizione dei telegiornali regionali é sbagliata perché impoverisce la qualità dell'informazione pubblica».

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