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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2011 alle ore 17:51.

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L'Auditorium di Roma (Ansa)L'Auditorium di Roma (Ansa)

La cultura per uscire dalla crisi, per attrarre investimenti e capitali e creare occupazione. Un mondo che poi è stato toccato solo marginalmente dalla carisi, visto che nel 2010 la spesa annuale delle famiglie italiane per la cultura e la ricreazione ha raggiunto il valore di 65,5 miliardi di euro, + 4,9% rispetto al 2009.

Le proposte per rilanciare questo settore come volano dell'economia italiana giungono da Roma, dove a partire da oggi e per due giorni sono riuniti amministratori locali, manager pubblici e privati e imprenditori negli Stati Generali di Cultura e Turismo, appuntamento promosso da Federculture, Anci, Upi, Conferenza delle Regioni e Legautonomie.

Fra queste proposte spicca quella dell'inserimento, già nella prossima legge di stabilità, di un pacchetto di misure a sostegno del settore da concordare in un tavolo comune con il governo; una razionalizzazione delle fonti di finanziamento per un utilizzo più efficiente delle risorse, la destinazione dei fondi verso una programmazione che su base pluriennale privilegi i progetti strategici, la realizzazione di economie di scala derivanti dalla gestione comune di servizi, strada già percorsa da alcuni amministratori locali.

In dieci anni la spesa per la cultura aumentata del 53,7%
Investire in cultura è urgente anche per soddisfarne la crescente richiesta: non c'è solo il dato 2009-2010 a testimoniarlo, ma una tendenza decennale per la quale la voce di spesa per servizi culturali e ricreativi fra 2000 e 2010 è aumentata ben del 53,7%. Un trend positivo confermato da altri indicatori: le prime dieci mostre più viste nel 2010 hanno raccolto un pubblico di oltre 2 milioni di persone; la spesa del pubblico per il teatro ha raggiunto i 458 milioni di euro e gli spettacoli teatrali hanno registrato quasi 23 milioni di ingressi; nei primi sei mesi del 2011 i visitatori dei musei statali sono stati il 9,5% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Record negativo dei fondi dal MiBac. Sponsorizzazioni in calo del 30%
A fronte di questi dati, però, c'è uno Stato che taglia inesorabilmente i fondi: sempre negli ultimi dieci anni, infatti, l'impegno nella cultura è diminuito del 32,5%, con i fondi provenienti dal ministero per i Beni e le Attività Culturali che nel 2011 hanno toccato il record negativo di 1,5 miliardi di euro, lo 0,2% del bilancio totale di tutti i ministeri. Se il sistema locale ha retto, è stato grazie all'amministrazione degli enti locali. Che però ora rischiano di affrontare enormi difficoltà con i tagli predisposti dall'ultima manovra. Cattive notizie anche sul fronte delle sponsorizzazioni private, scese del 30% tra il 2008 e il 2010, in conseguenza della generale crisi economica, ma in modo più accentuato rispetto ad altri settori come lo sport, dove il calo è stato del 20% o le attività sociali, per le quali i finanziamenti privati sono diminuiti
del 3,7%.

Il turismo culturale in crescita del 3,3%. Ma la destinazione Italia perde posizioni
E la cultura è capace di dare nuova energia anche al turismo, soprattutto dei centri urbani grandi e piccoli: nell'ultimo anno, in una generale ripresa degli arrivi dall'estero in Italia, +1,6% nel 2010, i dati di crescita più significativi si sono registrati nelle destinazioni culturali (+3,3%), con introiti per 8,6 miliardi di euro, dato in crescita rispetto all'anno precedente del 4%. Anche se il mercato tiene, però, l'Italia ha perso posizioni nella classifica dei Paesi più visitati al mondo, visto che oggi si colloca al quinto posto per arrivi internazionali dopo Francia, Stati Uniti, Cina e Spagna. (Ch. B.)

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