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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2011 alle ore 19:18.

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A questo punto si potrebbe trattare di una corsa contro il tempo e su due fronti, quella per cambiare la legge elettorale "Porcellum". «La legge elettorale si cambia. Come Pdl, avendone io parlato con tanti e con il presidente del Consiglio Berlusconi, siamo già al lavoro. La prossima settimana convocherò un tavolo di soggetti istituzionalmente competenti per cambiare questa legge elettorale», ha affermato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, durante il dibattito organizzato dalla fondazione Nuova Italia, che fa capo al sindaco di Roma Gianni Alemanno.

L'obiettivo, ha puntualizzato Alfano, è «ottenere il risultato di candidati non calati dall'alto ma spinti dal basso, per essere rappresentativi dell'intero paese e dei singoli territori. Si deve restituire al cittadino il diritto di scegliersi deputato e senatore, ma anche conservare quello di scegliersi il premier. Non si torna indietro di 20 anni: pretenderemo la salvaguardia del bipolarismo e della democrazia trasparente. Ciascuno deve dichiarare a quale coalizione appartiene, altrimenti riproponiamo i vizi del bipolarismo», sottolinea Alfano.

L'ottimismo del movimento referendario anti Porcellum
Dall'altra parte, il movimento referendario promosso dal Pd Arturo Parisi ha quasi raggiunto l'obiettivo delle 500mila firme necessarie per presentare la richiesta di abolire il Porcellum. Il termine è fissato per il 30 settembre, ma la partecipazione fa sperare agli organizzatori di raggiungere quota 700mila firme. «Nessuno dice che il "Mattarellum" sia la legge elettorale ottimale: se si farà una nuova legge elettorale prima delle prossime elezioni avremo raggiunto il nostro obiettivo», ha detto il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, a Cagliari proprio per promuovere la raccolta di firme per il referendum. «La raccolta delle firme che stiamo promuovendo - ha aggiunto Di Pietro - ha già raggiunto un risultato, perché adesso tutti quanti dicono che la legge elettorale va riformata e vanno a firmare. Comunque sia prima delle elezioni politiche bisogna fare una nuova legge elettorale».

Bruno (Pdl): «Favorire le privatizzazioni in Costituzione»
Intanto, si parla di una modifica all'articolo 41 della Costituzione per favorire il processo delle privatizzazioni, partendo da quelle che interessano gli enti locali. E' una delle novità allo studio che potrebbe essere introdotta nel Ddl costituzionale sulla libertà d'impresa durante l'esame nell'Aula della Camera. A riferirlo è Donato Bruno (Pdl) presidente della commissione Affari Costituzionali e relatore del Ddl. Il provvedimento, che ha ricevuto ieri il disco verde della Commissione, sarà da lunedì in discussione nell'Aula di Montecitorio.
Bruno vorrebbe presentare in aula un emendamento che contiene il principio secondo cui «Stato, regioni,città metropolitane, province e comuni esercitano «solamente» le attività che non possono essere svolte adeguatamente dai privati».
Le opposizioni (Mario Tassone dell'Udc, Roberto Zaccaria del Pd e David Favia dell'Idv) nelle dichiarazioni di voto sul testo del governo hanno sottolineato che la proposta di Bruno accentua le ragioni della loro contrarietà alla riforma del governo, in quanto esso comporterebbe la privatizzazione di tutti i servizi a partire da quelli pubblici locali, ivi compresa l'acqua su cui si è appena svolto un referendum.
Comunque per quanto riguarda l'emendamento all'articolo 118 Bruno, interpellato dall'Ansa, ha ammesso che la formulazione con il «solamente» implicherebbe le privatizzazioni, ma ha detto che quella non sarà la formulazione definitiva: «Stiamo lavorando. Lunedì durante la discussione generale in aula presenterò l'emendamento e vedrete».

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