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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2011 alle ore 18:00.
L'ultima modifica è del 23 settembre 2011 alle ore 14:35.

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Confindustria, insieme con altre associazioni imprenditoriali, presenterà al governo «un manifesto delle imprese in cinque punti per salvare l'Italia» sulle riforme da fare in fretta, ha annunciato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, intervenendo all'assemblea di Confindustria Toscana. «Vogliamo una vera discontinuità - ha spiegato - la vogliamo velocemente, non siamo disponibili a vedere questa situazione di stallo. Non si può continuare a dire che abbiamo superato la crisi meglio di altri» perché «non è vero: non cresciamo e abbiamo una scarsa credibilità sui mercati finanziari».

«Presenteremo al Governo un documento, insieme con le altre associazioni di imprese, un manifesto delle imprese per salvare l'Italia, per cambiare le aspettative e tornare a crescere. Se il Governo è disponibile a parlare con noi sulle grandi riforme siamo pronti, se il Governo vuole andare avanti sulle piccole cose noi non siamo interessati, noi scindiamo le nostre responsabilità perché vogliamo un cambiamento vero. È inutile perdere tempo».

Marcegaglia boccia la manovra del Governo: «Non c'è niente che riduca la spesa dello Stato», e ha illustrato agli imprenditori toscani riuniti a Firenze, i punti chiave di «un documento che dica quali sono per noi le riforme da fare». In primo luogo, c'è l'obiettivo della «riduzione della spesa pubblica». Per Marcegaglia, non servono «i tagli lineari, ma bisogna guardare alle singole cose, costo per costo». Vengono poi la «riforma delle pensioni e il rapporto tra fisco e impresa».

I cinque punti

1 - Riforma delle pensioni che «non deve penalizzare i giovani». «Non è possibile - ha ribadito Marcegaglia - che un Paese con i problemi che abbiamo noi, mandi le persone in pensione a 58 anni, con assegni molto alti, mentre domani i giovani ci andranno a 70 anni se non di più, con assegni pari alla metà di adesso. Non è possibile».

2 - Abbassare il debito e ridurre ingerenza del pubblico nell'economia Sempre nell'ambito del secondo punto, il rapporto tra fisco e impresa: «Dobbiamo abbassare il cuneo contributivo fiscale, a partire proprio dai giovani», ha detto Marcegaglia, che lancia un appello per «iniziative serie e concrete».

3 - Vendere patrimonio pubblico per ridurre la spesa pubblica.

4 - Piano di privatizzazioni e di liberalizzazioni serio. «Nell'ultima manovra - accusa Marcegaglia - sono stati citati alcuni capitoli sulle liberalizzazioni, ma se andiamo a vedere cosa c'è, non c'è niente». Inaccettabile, per la numero uno di Confindustria, che esistano ancora «le tariffe minime: non è giusto che ci sia un pezzo del paese che lavora nel libero mercato e un altro pezzo che è protetto e ha le tariffe minime e scarica sugli altri i proprio costi». Quanto alla «liberalizzazione dei servizi pubblici locali, tutto questo aiuterebbe a far crescere l'economica del Paese».

5 - Infrastrutture Il quinto e ultimo punto. «Se il governo vuole andare avanti solo su piccole cosette e piccole manutenzioni, noi non siamo interessati. Noi vogliamo un cambiamento vero e pensiamo che questo nostro manifesto possa essere una base concreta di discussione e di confronto».

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