Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2011 alle ore 08:11.

My24

La prospettiva di una soluzione al dramma della Grecia ha preso quota ieri sui mercati. Prese di posizione decise e rassicuranti del Cancelliere Angela Merkel hanno sostenuto a fine giornata Wall Street: il leader tedesco, in un'intervista alla rete finanziaria americana Cnbc, ha escluso un default perché «porterebbe con sé il rischio di un effetto domino incontrollato».
La prospettiva di accelerazioni nella ricerca di vie d'uscita al dramma di Atene ha trovato eco sui mercati europei e statunitensi, preoccupati dell'impotenza dei policymaker, durante l'intera giornata. Anche un'ipotesi di default, purché controllato, è in realtà trapelata da dichiarazioni di alcuni ministri di Atene, di esponenti politici tedeschi e di membri del board della Banca centrale europea. E si sono moltiplicati segnali di nuovo sostegno da parte delle autorità al sistema bancario del Vecchio continente.
Sulla piazza obbligazionaria lo spread BTp italiani-Bund tedeschi, giovedì salito a 411 punti base, è sceso a 389, al termine di una giornata che l'ha visto oscillare tra 386 e 404, segnalando un parziale declino del rischio-Italia. Le borse, da Francoforte a New York, hanno guadagnato terreno. I rialzi azionari sono stati però limitati - e la volatilità dello spread è rimasta alta - in presenza delle incognite tuttora irrisolte sui piani in divenire di Governi e banche centrali. Lo Stoxx Europe 600 ha chiuso in rialzo dello 0,6% e tra gli indici nazionali del Vecchio continente l'Ftse 100 di Londra è lievitato dello 0,5%, il Dax di Francoforte dello 0,63% e il Cac 40 di Parigi dell'1,02 per cento. A Piazza Affari l'Ftse Mib è salito dell'1,36. A Wall Street lo Standard & Poor's 500 ha guadagnato lo 0,61%, il Dow Jones lo 0,35% e il Nasdaq l'1,12 per cento.
Hanno recuperato terreno le banche, in precedenza tra le più colpite, dalle americane alle francesi, dalle tedesche alle italiane (hanno fatto eccezione gli istituti greci, declassati ieri da Moody's). In Europa il settore è stato aiutato da voci che la Bce sarebbe pronta a iniettare nuova liquidità, a rilanciare prestiti a 12 mesi alle banche e a comprare i loro bond sul mercato secondario. L'authority francese di regolamentazione ha inoltre citato la necessità di ricapitalizzazione per 15-20 istituti, letta come un potenziale preparativo di rafforzamento prima di un pilotato default greco.
Ma, sintomo che il nervosimo resta alto, in Europa la settimana è ugualmente terminata con un tonfo dello Stoxx 600 vicino al 6 per cento. A Wall Street le ultime cinque sedute si sono a loro volta trasformate in una settimana nera, con cali simili nei principali indici. Dai massimi dell'anno raggiunti in aprile, il Dow e lo S&P 500 sono in calo di circa il 16%, a un passo dalla flessione del 20% che denota un «bear market», il mercato ribassista dell'Orso.
La vulnerabilità delle borse è affiorata dalla loro risposta alla presa di posizione del G-20, giovedì sera, che da Washington ribadiva l'impegno a fare di tutto per difendere la stabilità dei mercati globali. È stata ricevuta con grande scetticismo dagli investitori. In seguito le stesse banche centrali dalla capitale americana hanno ribadito il loro sostegno alla ripresa economica. «Il mercato vuole che si compiano passi concreti», ha ammonito Alan Gayle di RidgeWorth Capital Management. Gli investitori, di sicuro, devono digerire un cocktail amaro: pesano la diagnosi della Federal Reserve che la già debole crescita statunitense corre «significativi rischi al ribasso» e la frenata che ormai coinvolge i Paesi emergenti. Pesa, soprattutto, la preoccupazione per l'Europa: l'amministrazione statunitense, ha riportato ieri il New York Times, sta premendo sul Vecchio continente e soprattutto sulla Germania perché tenga fede alle promesse di agire con maggior decisione per contenere la crisi della Grecia e dell'Eurozona. Di recente il presidente Barack Obama ha parlato con il cancelliere Angela Merkel ben 28 volte e gli americani vorrebbero un nuovo e completo piano d'azione, compresi significativi ampliamenti del fondo salva-Stati, almeno entro il G-20 di novembre in Francia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi