Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2011 alle ore 12:54.

My24

Nel marzo del 2012 Vladimir Putin ritornerà alla presidenza russa. Lo ha annunciato oggi il presidente uscente, Dmitrij Medvedev, che non intende presentare la propria candidatura per il secondo mandato presidenziale. Medvedev diventerà invece il leader del partito del Cremlino "Russia Unita" e potrà sostituire Putin alla carica di primo ministro.

"Sono pronto a lavorare al Governo concentrandomi sulla realizzazione del programma di modernizzazione dell'economia russa", ha sottolineato Medvedev, secondo cui in questa situazione "sarebbe logico affidare la presidenza a Vladimir Putin".

Al Congresso del partito "Russia Unita" che si svolge oggi a Mosca, Putin ha dichiarato che la "decisione sul suo ritorno al Cremlino era stata presa molto tempo fa". Dopo le elezioni presidenziali del 2008 molti osservatori russi e internazionali erano d'accordo sul ruolo provvisorio di Medvedev.

A partire dal 2012 il mandato presidenziale avrà una durata non di quattro ma di sei anni. Vale a dire che Putin dopo l'intervallo coperto da Medvedev potrà presentarsi per due mandati presidenziali e quindi resterà al potere per 12 anni, fino al 2024. Nessuno crede che gli altri eventuali candidati alla presidenza russa, tra cui il leader del partito comunista, Ghennadij Zjuganov, e il leader dei nazionalisti, Vladimir Zhirinovskij, possano competere con la popolarità di Putin.

Nel suo discorso al congresso di "Russia Unita" Putin ha auspicato una crescita economica del 6-7% all'anno contro il 4%, previsto per il 2011: "Nei prossimi anni la Russia dovrà entrare nella lista delle maggiori economie del mondo", ha detto il primo ministro. Sul piano della politica sociale, Putin ha promesso che lo Stato non permetterà ai produttori di gas e di elettricità di aumentare le proprie tariffe, e ha sollecitato l'introduzione in Russia delle nuove tasse al consumo sugli oggetti di lusso e sugli immobili, destinate a "penalizzare" i "nuovi ricchi".

Attualmente in Russia è in vigore la cosiddetta "scala piatta" della tassa sui redditi delle persone fisiche: tutti, da un operaio al miliardario Roman Abramovich trasferiscono allo Stato il 13% dei propri redditi.
Toccherà dunque a Dmitrij Medvedev a guidare l'ex partito putiniano "Russia Unita" alle legislative del dicembre prossimo e far fronte alla preoccupante caduta di consensi, che negli ultimi mesi sono slittati dal 60% a sotto il 45 per cento.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi