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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2011 alle ore 17:22.

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Mentre il referendum sta per tagliare il traguardo, il Pdl studia una modifica della legge elettorale. La Lega frenaMentre il referendum sta per tagliare il traguardo, il Pdl studia una modifica della legge elettorale. La Lega frena

L'annunciato successo dei referendari che hanno raggiunto le 500mila firme nel giro di un solo mese e alzato l'assicella delle adesioni a quota 700mila ha dato un forte impulso alla riapertura del capitolo riforma elettorale in Parlamento. E mentre aumentano le quotazioni del voto anticipato, ci sono 30 ddl in tema elettorale in stand-by al Senato, in commissione Affari costituzionali. Compresa una legge di iniziativa popolare, il cui esame è iniziato il 22 dicembre 2008. Attualmente i tre poli hanno mire contrastanti sul sistema elettorale.

Verifica firme entro il 15 dicembre, poi entro il 10 febbraio il verdetto sull'ammissibilità
Il 30 settembre i referendari presenteranno le firme in Cassazione, che dovrà poi verificare entro il 15 dicembre la validità delle firme raccolte, che devono essere almeno 500mila, raccolte in 90 giorni. L'ordinanza che certifica firme e quesiti dovrà poi andare alla Corte costituzionale che entro il 20 gennaio fisserà il giorno della deliberazione in camera di consiglio . La Corte emetterà la sentenza entro il 10 febbraio. Il referendum viene annullato se prima del giorno di voto il Parlamento modifica la legge sottoposta a rerefendum.

Per i referendari difficile abbandonare il maggioritario
Per i referendari se nel Parlamento si volesse procedere a una riforma, se le firme raccolte fossero molte, sarebbe difficile abbandonare il maggioritario in favore di quel sistema proporzionale alla tedesca che piace all'Udc e alla parte del Pd che fa capo a Massimo D'Alema, che crede in una alleanza con i centristi.

La Lega frena: solo dopo il superamento del bicameralismo
La Lega frena per bocca di Roberto Calderoli: «Serve prima la riforma della Costituzione». Insomma la riforma elettorale si fa solo dopo quella costituzionale con il superamento del bicameralismo. Con il partito pronto ad andare alle urne in primavera.

La Torre (Pd): se passa il referendum, probabile voto anticipato
«Credo che le condizioni per cambiare la legge elettorale non ci siano. Non ci sono i margini: il dialogo con l'opposizione è un mantra privo di qualsiasi consistenza», ha detto il vice presidente del gruppo Pd al
Senato, Nicola Latorre, a «Omnibus» su La7. «Se sará ammesso il referendum penso che il centrodestra punterá alle elezioni anticipate. La maggioranza è isolata, autoreferenziale e parla linguaggi diversi». Per La Torre, «prima si vota e meglio è per tutti».

Difficile superare i mal di pancia della maggioranza
La maggioranza vorrebbe tentare il superamento del "porcellum" per via parlamentare per disinnescare il referendum, atto che sarebbe considerato uno "scippo" da parte dei referendari. Frattini e Alfano premono per dare priorità alla legge elettorale. E la maggioranza si appresta a cercare una difficile quadra nel tentativo di cambiare la legge elettorale. Con diversi mal di pancia all'interno di Pdl e Lega e Denis Verdini incaricato di presentare la proposta targata Pdl.

Alfano: stop ai parlamentari nominati
L'obiettivo di Alfano sarebbe un bipolarismo trasparente in grado di aumentare il livello di partecipazione dei cittadini alla vita politica. Tre i punti salienti della riforma: stop ai parlamentari nominati, sì al bipolarismo, designazione del candidato premier. Uno stop al sistema tedesco o al ritorno alle preferenze arriva dal capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che ha detto «sì al mantenimento del bipolarismo, no alle preferenze». Ed è «irrinunciabile» per il suo vice, Massimo Corsaro, il premio di maggioranza, mentre si può discutere su come «restituire ai cittadini la potestà di decidere chi deve essere eletto» in Parlamento.

Buttiglione (Udc): non al premio di maggioranza
Uno spiraglio ai centristi, che non riguarda però il premio di maggioranza, la cui abrogazione è stata riproposta invece dal presidente dell'Udc Rocco Buttiglione. Ieri il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, era tornato a bocciare l'apertura su una possibile riforma elettorale fatta da Angelino Alfano. «Francamente - ha detto Casini -mi interessa più il destino delle famiglie italiane che quello della legge elettorale. Il governo finora le ha illuse, adesso bisogna pensare a loro e prestargli la massima attenzione nell'ambito della riforma fiscale».

Allarme di Bruguglio (Fli): si cercano di eliminare le forze minori
Dal Terzo Polo arriva anche l'allarme di Carmelo Briguglio (Fli): teme che il Pdl voglia una legge che elimini le forze minori. Scenario che, sostiene, si verificherebbe anche con un ritorno al «mattarellum». Se venisse approvata una legge di questo tipo, ha ammonito Briguglio, per Fli e il Terzo Polo «si renderebbe inevitabile un'alleanza tecnica e costituzionale con il centrosinistra e in particolare col Pd in tutti i collegi» per evitare che Berlusconi rivinca e possa puntare al Quirinale. Un segnale distensivo proprio al Terzo Polo, arriva dal Pd attraverso il capogruppo alla Camera Dario Franceschini: «Il Pdl sappia - ha detto - che il Pd non metterà mano a una nuova legge senza il consenso di tutte le forze di opposizione, da Casini a Vendola»: una alleanza larga che dal piano parlamentare potrebbe diventare elettorale.

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