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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2011 alle ore 13:15.
L'ultima modifica è del 28 settembre 2011 alle ore 19:45.

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«Cribbio, ragassi, non siam mica qui a pettinar le bambole». E allora, champagne, via con la festa - quest'anno low profile - e auguri a B&B, Bersani e Berlusconi. Silvio e Pierluigi. Due poli, una data per il compleanno, il 29 settembre. Il premier è al suo settantacinquesimo, il segretario del Pd a quota sessanta.

Già ce li immaginiamo tutti e due. Uno alle prese con le metafore insolite sulle bambole, l'altro che alle bambole fa fare la lap dance. Uno ad Arcore, magari a festeggiare con il piccolo Silvio, il nipotino anche lui nato il 29 settembre, figlio della primogenita, la prediletta Marina. L'altro chissà, a Bettola magari? Che già in Bettola, sai che divertimento! E quando mai che ci vengono Mora, Fede, Rossella, le Olgettine, a Bettola in provincia di Piacenza.

I due festeggiati hanno idee diverse anche a proposito di scogli: uno a Genova li asciuga («Non stiam mica qui ad asciugar gli scogli» borbotta Bersani in tv per dire che no, l'opposizione mica sta a guardare), l'altro, a Lampedusa, gli scogli li trasformerebbe in campi da golf! (il Cavaliere ha detto poco tempo di aver comprato una casa sull'isola crocevia della migrazione fra Nord Africa e Italia).

Il nuovo Ulivo «è il contrario dell'ammucchiata», Bersani dixit, in tempi non sospetti, quando il bunga bunga era di là da venire. Ecco, per lui, l'ex insegnante di filosofia, è facile pensare alla sobria rimpatriata in famiglia. Tagliatelle e culatello, un fiasco di Lambrusco e magari spumante, neanche millesimato. Per l'altro, finito il tempo dei crocefissi e delle Minetti in velo - Bagnasco docet - pensiamo a un compleanno della riflessione. Che poi, crisi economica a parte, a 75 anni magari era anche l'ora. «Hanno fatto una prova anche su di me, sulla mia funzionalità cerebrale e fisica e hanno deciso che sono un miracolo che cammina», ebbe a dire il cavaliere nel 2002. Oggi chissà.

Certo, come ama ripetere grazie agli insegnamenti della zia Marina «dico di essere di gran lunga il migliore presidente del Consiglio che l'Italia abbia potuto avere nei suoi 150 anni di storia». Di sè ha molta stima, non c'è dubbio. L'altro, più prosaico e modesto, e anche certamente più noioso, invece si è sempre preso la briga di voler cambiare qualcosa: «Ovunque sono stato non ho mai lasciato le cose come le ho trovate. Questo per due motivi, semplici e banali: la terra gira tutti i giorni e questa società non mi piace per tutto». Per Bersani gira il pianeta, per Berlusconi a dover girare è «la paton...».

Gira che ti rigira, stessa data e due stili opposti. «Gli italiani vedranno di che pasta sono fatto» fece capire il Cavaliere prima del trapianto tricologico. E' stato di parola, almeno in questo caso. E di lui abbiamo visto di tutto dalla bandana, al cerone giù giù fino al tacco e passando per il letto di Putin. Quello dove facevano la fila in 11? Dell'altro la pelata ci delizia ancora, le maniche di camicia un po' meno: sanno di un finto ...

«Non diamo troppo tempo al tramonto...», ha detto l'emiliano ispirato neanche fosse Gloria Swanson. L'altro i viali semplicemente non li frequenta mai. Tanto è vero che le ospiti di Tarantini le ha scambiate sempre per «signore eleganti» .

Criptico il primo, quanto ingenuo è il secondo. «Mia mamma -ha detto il Cavaliere - me lo diceva fin da piccolo che ero troppo buono e che dovevo incattivirmi un po'. Anche Cossiga mi disse nel '94 che non avrei mai potuto fare politica proprio perché sono troppo buono». Nonostante sia stato spesso impegnato nei suoi ritrovi conviviali, come li ha descritti Ghedini, (e anche un po' noiosi, aggiungiamo noi visto che «niente sesso e poco alcool, solo Coca cola» come hanno riferito i testimoni), l'augurio che ci sentiamo di fare a tutti e due è che sia un compleanno felice. Niente Coca light, ma con brindisi veri. Speriamo. «Comunque l'unica cosa certa e' che sto passando un compleanno di m...» ha detto il premier lo scorso anno. Dio non voglia un altro compleanno così...

Nel 2005 il genetliaco presidenziale era certo un'altra cosa: aveva conosciuto proprio allora Sabina Began. Lui con l'ape regina, Bersani «a rompere le noci a Cip e Ciop» o al massimo del fantastico a «smacchaire i leopardi». ...Che vuoi mettere, chessò, la pelle tatuata della Began a confronto!

Nella politica nazionale, uno primeggia dalla discesa in campo del '94 e l'altro dal '96. Per la pensione c'è tempo. Auguri a tutti e due. A cent'anni. Non ancora in politica... La pazienza è finita è il motto di Bersani. Voi che dite?

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