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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2011 alle ore 09:11.

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Ezeqiuel Lavezzi (Ansa)Ezeqiuel Lavezzi (Ansa)

Sei giorni per cambiare il vento. Due vittorie consecutive, Bologna e Mosca che riportano l'Inter a livelli di prestazione e risultati che gli competono. Quanto sia stato merito di Claudio Ranieri è difficile da calcolare ma negli ultimi 180 minuti la squadra ha ritrovato compattezza e un'umiltà che mancava da troppo tempo. E' anche vero ce ha ritrovato qualche giocatore che dopo Novara si era perso o era stato ferocemente criticato.

Tre nomi su tutti con dei distinguo. Cambiasso, Pazzini e Lucio. Cambiasso portato da Ranieri davanti alla difesa è tornato il giocatore dei tempi migliori che prima sembrava smarrito, fermo, inguardabile. Pazzini ha fatto gol in entrambe la partite, ha ritrovato il posto da titolare e il tecnico certifica che può giocare con Milito, cosa che Gasperini aveva escluso. E poi c'è il Lucio double face. C'è un giocatore ispiratissimo quando si tratta di andare in area avversaria anche sulle palle inattive, generoso ma talvolta un po' scriteriato quando deve occupare il suo posto nel cuore della retroguardia.

Un giocatore della sua esperienza che a Novara vagava nella sua area sperduto è tornato a dare sostanza alla squadra. Che cosa ha fatto Ranieri? Innanzitutto, giocando sabato e martedì, ha avuto a disposizione sì e no quattro allenamenti, ha provato a confessare quasi tutti i campioni dell'Inter che anche da avversario ha sempre rispettato, ha messo questi giocatori nella condizioni di riappropriarsi del ruolo , non ha stravolto una squadra che dentro di sé conservava delle abitudini tattiche ben definite e, pur in questo momento di estrema emergenza e difficoltà, ha dato chance ai giovani come Coutinho a Bologna e Alvarez a Mosca. Non ha potuto disporre però di Maicon, Thiago Motta, Stankovic e Sneijder ma ha avuto la fortuna di imbroccare due vittorie consecutive che, sia in campionato che in Champions , riportano in quota la squadra (che a fine match ha ricevuto la visita di Samuel Eto'o negli spogliatoi).

Partenza felicissima dell'Inter sul sintetico del Luznicki, in gol dopo un quarto d'ora con Lucio sugli sviluppi di un calcio d'angolo e raddoppio in contropiede sull'asse Zanetti, Nagatomo, Pazzini. Moratti in tribuna non crede ai suoi occhi. I ‘tormenti gasperiniani' sembrano definitivamente fugati. Il CSKA, che in Russia è in corsa scudetto e zeppo di africani, riapre la partita con una punizione di Dzagoev nel recupero del primo tempo. Nella ripresa l'Inter comincia a soffrire, i russi spingono molto ma la fatica si fa sentire e alla mezz'ora la magia sembra svanire con il raddoppio di Wagner Love e la complicità evidente del suddetto Lucio double face. Ma la differenza è tutta qui. L'Inter di 15 giorni fa sarebbe caduta in pezzi, invece basta un minuto e mezzo per trovare l'assist perfetto di Cambiasso, la velocità di Zarate e il sinistro fulminante dell'ex laziale che regala i primi tre punti in Champions alla formazione di Ranieri. Unica nota stonata in vista del big match di sabato con il Napoli, l'uscita di scena anticipata di Pazzini con un tallone malconcio.

Per par condicio, nella stessa situazione si trova il Napoli che si gode la splendida festa del San Paolo per la vittoria convincente sul Villareal ma rischia di perdere il suo cavallo di razza Cavani, uscito per una brutta distorsione alla caviglia. Ma questo è un problema che Mazzarri si porrà questa mattina dopo gli accertamenti medici. Nel frattempo il tecnico fa i conti della serva e scopre che questo girone apparentemente proibitivo diventa improvvisamente alla portata degli azzurri condannando, per il momento, al ruolo di terzo incomodo il Manchester City di Mancini, caduto pesantemente sotto i colpi del Bayern e che si trascina un pericoloso caso Tevez (il giocatore rifiuta di entrare a partita in corso riaprendo ufficialmente e pubblicamente le ostilità con tecnico e società).

Al Napoli basta un primo tempo perfetto per portare a casa una gara più dura del previsto almeno sulla carta contro il Villareal che lo scorso anno lo eliminò dall'Europa League. Sfumato nelle ultime ore l'annunciato forfait di Pepito Rossi, la squadra partenopea se lo è trovato di fronte senza però soffrirne la presenza più del dovuto. A Mazzarri mancava solo il figliolo prediletto, Christian Maggio; per il resto la squadra titolare è tornata ai brillanti fasti dei giorni migliori, soprattutto i tre davanti che hanno garantito corsa, qualità, sacrificio e spirito di squadra. E proprio dai suoi uomini migliori nasce lo splendido gol del vantaggio , al 14', con una palla di Lavezzi per l'accorrente Hamsik che al volo sul secondo palo infila Diego Lopez. Non pago il Napoli trova subito il gol della tranquillità con il Pocho che si procura un calcio di rigore costringendo Gonzalo a metterlo giù in area di rigore.

L'esecuzione di Cavani è perfetta. Il Villareal prova a reagire ma difficilmente riesce a rendersi pericoloso e quando lo fa è più per demerito del Napoli come alla mezz'ora quando il ‘matador' rischia uno sciagurato retropassaggio per De Sanctis che viene intercettato da Nilmar, che poi spreca davanti al portiere azzurro. Nella ripresa il Napoli ha tutto l'interesse ad abbassare il ritmo, spezzato solo da qualche sporadica folata degli spagnoli ma anche in difesa gli uomini di Mazzarri reggono bene la pressione. Sul finale cambio obbligato per l'infortunio di Cavani e respiro per gli altri due tenori in vista delle fatiche del campionato. Settimana europea che si apre dunque sotto la miglior stella possibile in attesa di capire se anche il Milan (con il probabile recupero di Ibrahimovic) avrà la forza e la voglia di unirsi alla festa battendo il Plzen a San Siro.

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