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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2011 alle ore 21:32.

«Un partito molto in ritardo nel cogliere la volontà di cambiamento degli elettori di centrodestra». Così considera il Pdl Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano e ex coordinatore in Lombardia. Ha l'aria di una critica, tutt'altro che celata, al suo successore Mario Mantovani. Che abbraccia il punto di vista più volte ribadito dal governatore Roberto Formigoni: mai più nomine dall'alto, basta listini bloccati.
A poche ore dall'apertura della prima assemblea regionale degli eletti in Lombardia (domani e sabato a Pero), nel Pdl c'è voglia di rilancio. E aria da resa dei conti. La sconfitta alle amministrative di maggio brucia ancora, ma gli organizzatori si dicono sorpresi dalle adesioni: finora 1.200 su cinquemila eletti hanno garantito la loro partecipazione. E molti, prevedono, arriveranno senza iscriversi preventivamente.
Altri numeri sono meno confortanti: gli iscritti al partito risultano in netto calo rispetto al passato. E poi c'è la discussione interna sui congressi comunali e provinciali, in programma entro l'anno. Il dibattito si è arenato tra chi vuole la regola "una testa un voto" e chi preferisce il voto ponderato. Gruppo quest'ultimo che nella fase attuale sarebbe minoritario e con il quale si schiera il coordinatore Mantovani che non pensa agli stessi pesi usati nel passato, «quando un parlamentare contava 50 volte il semplice iscritto, basterebbe anche due voti rispetto a uno».
Silvio Berlusconi è impegnato, difficile che riesca ad arrivare. Ci sarà il segretario nazionale, Angelino Alfano. Letizia Moratti ancora non si è pronunciata, nonostante l'invito che dal Pdl sarebbe arrivato, risultando l'ex sindaco di Milano iscritta al partito. Mantovani le ha teso la mano: «se arriverà - ha detto il coordinatore regionale - saremo ben lieti di darle la parola visto la sua importante esperienza». Ma i sintomi di raffreddamento dei suoi rapporti con il partito si sono aggravati dopo la rinuncia al progetto per il rilancio della Grande Brera in polemica con il ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan.
Roberto Formigoni dalla due giorni al via domani si aspetta «la conferma del percorso di profondo rinnovamento del Pdl e delle leggi elettorali» e la formalizzazione con date certe dei congressi per l'elezione diretta dei coordinatori provinciali. ll Governatore è convinto che dalla Lombardia possa «partire anche la forte richiesta per l'elezione diretta dei coordinatori regionali».
L'assemblea sarà dedicata al «buon governo delle nostre città», ha detto Mario Mantovani, ricordando che in Lombardia, «la regione motore d'Italia», ci sono oltre 300 sindaci iscritti al Pdl e almeno 200 sindaci vicini al partito. Le conclusioni delle diverse sessioni saranno affidate a Licia Ronzulli, Lara Comi, Giancarlo Abelli, Viviana Beccalossi, Carlo Fidanza, Giancarlo Serafini e Mario Mantovani. Roberto Formigoni dovrebbe intervenire sabato insieme a diversi ministri e sottosegretari.
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