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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2011 alle ore 20:45.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2011 alle ore 12:40.

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I militari della Guardia di Finanza, su disposizione del procuratore aggiunto Alberto Caperna si sono recati oggi nell'ufficio del direttore del Tg1 Augusto Minzolini per acquisire ordini di servizio e altri documenti relativi alla vertenza promossa da Tiziana Ferrario dopo essere stata
sollevata dalla conduzione del tg. Il giudice del tribunale del lavoro di Roma aveva invece ordinato all'azienda il reintegro della giornalista alla conduzione del notiziario della rete ammiraglia e come inviata per i grandi eventi. I legali della giornalista infatti, dopo la denuncia in sede civile al Tribunale del lavoro, hanno anche presentato una causa penale.

Lo stesso Minzolini è indagato dalla procura di Roma anche per peculato in relazione alla vicenda delle spese da lui effettuate con la carta di credito affidatagli dalla Rai. Gli accertamenti in questo caso sono finiti e per il giornalista si profila ora una richiesta di rinvio a giudizio.

«Non è una decisione che ho preso a cuor leggero - ha commentato afferma Tiziana Ferrario - Ma, poichè non sono state applicate ben due ordinanze del Tribunale Civile a mio favore nelle quali si chiedeva il mio reintegro, sono stata costretta a fare una denuncia penale per far valere i miei diritti. Attendo fiduciosa che la magistratura svolga il suo lavoro».

Di altro tenore il commento di alcuni esponenti della maggioranza. «Le sproporzionate iniziative giudiziarie nei confronti del direttore del Tg1 - dichiara in una nota il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi - costituiscono un'emblematica conferma dell'anomalia italiana che si rifiutano di riconoscere solo coloro che se ne avvantaggiano o ne hanno paura. È in particolare preoccupante il fatto che ne sia oggetto uno dei pochi giornalisti fuori dal coro».

Come Sacconi prende posizione anche il deputato pidiellino di Napoli, Amedeo Laboccetta. «L'invio della guardia di finanza al Tg1 è un atto da polizia cilena, un attacco alla democrazia e alla libertà d'informazione sancita dalla Costituzione. Spedire la Finanza, come abbiamo appreso in relazione al caso Ferrario, deve preoccupare ogni sincero democratico, anche chi non condivide le idee di Minzolini. Se la questione non fosse grave mi verrebbe da fare una battuta: a quando la Finanza a Repubblica per la rimozione delle vignette di Forattini? (commento paradossaale, visto che Forattini è non è a Repubblica dal 1991, ndr)».

Di ben altro tenore il commento del portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. «Minzolini continua ad essere una grave anomalia del servizio pubblico. Il Tg1 non fa più informazione da quando c'è il direttorissimo. Il telegiornale perde continuamente ascolti e ci chiediamo perchè il direttore generale non lo rimuova prima che la sua presenza getti ulteriore discredito sull'azienda più di quanto non abbia già fatto».

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