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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2011 alle ore 06:40.

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ROMA
Il Cda Rai si divide ancora una volta, rischia di restare senza numero legale e, alla fine, vara il pacchetto di nomine proposto dal direttore generale Lorenza Lei. Non senza pesanti polemiche interne ed esterne. Non manca quella interna all'opposizione: Matteo Orfini e Carlo Rognoni attaccano l'intero Cda: «persino nelle modalità di voto c'è una logica spartitoria che contribuisce ad aggravare l'immagine e la credibilità della Rai, peraltro già ai minimi termini». Immediata la risposta di Nino Rizzo Nervo, consigliere d'amministrazione della Rai designato dal Pd: «Non ho mai partecipato a pratiche spartitorie e sfido chiunque a smentirmi in azienda e fuori. Ho votato Di Bella a Rai3 e Masi al Tg2 perché era urgente dare una soluzione professionalmente credibile a due direzioni importanti e da tempo vacanti. Ho votato invece no alle altre proposte perché assurde e inutili».
Per capire tale polemica e le dure prese di posizione del presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli e di quello della Rai, Paolo Garimberti contro la "tornata" di nomine decisa ieri, occorre partire dalla scorsa settimana. Quando, all'ultimo momento, si aggiungono alle nomine previste due nuovi condirettori: Giorgio Giovannetti condirettore di Gr Parlamento e Simonetta Faverio sempre condirettore, a RaiParlamento. Le nomine non passano perchè portate fuori tempo massimo. Lunedì, per superare l'impasse, il dg Lei comunica l'intenzione di aggiungere una terza nomina: quella di Gianfranco d'Anna a condirettore del Gr3. Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, consiglieri d'opposizione, parlano, nello stesso giorno di «lottizzazione selvaggia». «Spieghi la Lei - chiedono i due consiglieri Pd - con quale coerenza, in una situazione aziendale difficilissima per la crisi di ascolti e ricavi, si chiede, per una direzione (Gr Parlamento) che già conta due vicedirettori, due capi redattori, tre vicecaporedattori, un caposervizio e sette redattori ordinari, di nominare un condirettore?».
Nel Cda di ieri c'è una novità: al momento di votare le direzioni di Rai3 e del Tg2, Angelo Maria Petroni, consigliere nominato dal Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, abbandona i lavori. A quel punto, il voto del presidente vale doppio: le due nomine passano con una maggioranza di quattro voti su nove, con l'astensione dei consiglieri di centro-destra rimasti in Cda. Poi però Petroni torna nella stanza del Consiglio: le altre nomine varate ieri - Gianni Scipione Rossi direttore di RaiParlamento, Giovanni Miele direttore di Gr Parlamento, Roberto Nepote direttore di RaiGold, con Giuseppe Gentili vice - passano stavolta con i voti dei cinque consiglieri di centro-destra. Secondo Paolo Garimberti, presidente della Rai, «è difficile spiegare cosa può essere cambiato (rispetto alla quasi unanimità espressa in precedenza per Antonio Di Bella, ndr), se non pensare che fattori esogeni abbiano inciso ancora una volta sugli umori del Consiglio. Sono estraneo a questa astrusa ingegneria che porta alla spaccatura del Cda e alla moltiplicazione di poltrone contro cui ho votato». Una critica non troppo velata allo stesso direttore generale. Altrettanto duro è il commento di Zavoli: «Il voto del Cda Rai sulle nomine contraddice ogni proposito di autonoma gestione del servizio pubblico». Secondo i dirigenti Rai si tratta di «condirettori che comanderanno forse se stessi, con sedi dove non hanno truppe: inutili sprechi, ancor più gravi e inaccettabili nel momento in cui dirigenti e personale hanno rinunciato al premio di produzione e dipendenti che guadagnano poco più di mille euro al mese sono in attesa di promozioni dovute da oltre un anno». Nino Rizzo Nervo si chiede «con quale senso di responsabilità cinque consiglieri hanno negato il loro voto a due professionisti come Di Bella e Masi e poi votato militarmente uno stuolo di generali in redazioni che sarebbe stato più razionale accorpare. Il segnale che si è voluto dare è chiarissimo: caro direttore generale se non ti adegui alle nostre richieste le tue proposte da domani saranno sempre bocciate».
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LE «PROMOZIONI»
Antonio Di Bella Direttore di Raitre
Direttore Tg3 dal 2001 al 2009
Antonio Di Bella è stato direttore del Tg3 dal 2001 al 2009. Il 25 novembre 2009 il Cda Rai lo nomina direttore di Rai3 al posto di Paolo Ruffini. Il 28 maggio 2010 una sentenza della magistratura impone al Cda di reintegrare Ruffini alla direzione della terza rete. Dall'ottobre 2010 Di Bella è corrispondente per le testate Rai da New York. Da ieri torna a RaiTre.
Marcello Masi Direttore del Tg2
In Rai dal 1989
Giornalista parlamentare, inizia la carriera in Rai nel 1989, nel Giornale Radio. Nel 2002 viene nominato vicedirettore del Televideo Rai. Nel 2003 va al Tg2 come vicedirettore di Mauro Mazza e viene confermato da Mario Orfeo nel 2009. Dal 23 giugno di quest'anno è direttore ad interim del Tg2 al posto di Mario De Scalzi, a sua volta direttore ad interim dopo la nomina di Orfeo a Il Messaggero.

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