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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2011 alle ore 06:37.

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La "maggioranza del cancelliere" alla fine ha tenuto, anche se per soli cinque voti. Il Parlamento tedesco ha approvato ieri con un larghissimo margine l'ampliamento dei poteri e delle risorse del fondo salva-Stati europeo Efsf, ma il cancelliere Angela Merkel ha evitato solo di strettissima misura che il sostegno dell'opposizione socialdemocratica e verde diventasse decisivo. La fronda interna nella coalizione di Governo composta da democristiani e liberaldemocratici si è fermata a pochi voti da quella che sarebbe stata una pesantissima sconfitta politica per il cancelliere, con conseguenze imprevedibili sul Governo tedesco e sui mercati finanziari.
I voti a favore sono stati 523 (di cui 315 quelli dei partiti di governo, con 15 franchi tiratori, appena al di là della maggioranza assoluta di 311), i contrari 85, le astensioni 3. La misura approvata dal Parlamento tedesco recepisce tra l'altro la recente pronuncia della Corte costituzionale di Karlsruhe, in base alla quale ogni nuovo intervento di salvataggio europeo dovrà essere sottoposto al via libera della commissione Finanze dello stesso Bundestag. Il nuovo Efsf avrà il potere di intervenire sui mercati acquistando titoli di Stato dell'Eurozona e potrà sostenere le banche. Il contributo tedesco sale da 123 a 211 miliardi di euro, su un totale di 440 miliardi.
Il risultato del voto a Berlino - salutato con soddisfazione in Italia dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha parlato di «un passo importante» che «conferma la volontà di un protagonista fondamentale della costruzione europea di operare per il superamento della crisi» - sgombra la strada dall'ostacolo principale all'approvazione definitiva dell'Efsf, dato che manca ormai la ratifica di cinque Paesi (ieri sera è arrivato anche il sì dell'Estonia) uno solo dei quali, la Slovacchia, contesta la decisione, che applica l'accordo fra i leader europei del 21 luglio scorso. Non elimina però le incognite per il futuro, soprattutto in Germania, dove vasti strati dell'opinione pubblica e molti politici si oppongono a ogni ulteriore sostegno tedesco ai Paesi dell'area euro in difficoltà. Lo testimoniano le due ore e mezzo di dibattito dai toni molto aspri che ha preceduto ieri mattina il voto parlamentare. Un altro segnale preciso è venuto alla vigilia del voto dall'invito ai deputati a votare contro, da parte del Mittelstand, la spina dorsale dell'industria tedesca formata da medie e piccole imprese.
L'esigua maggioranza ottenuta dalla signora Merkel evidenzia la debolezza della posizione del Governo nelle future discussioni sulle questioni europee, anche se il ministro dell'Economia e leader dei liberaldemocratici Philipp Roesler ha affermato che si è trattato di «una chiara vittoria della coalizione». Lo storico impegno della Germania nei confronti dell'Europa è oggi messo in discussione dal costo di tenere in vita l'euro e dall'indecisione del cancelliere nell'indicare la via da seguire. In un'intervista televisiva poche ore prima del voto, la Merkel ha sostenuto che «l'euro è un bene per la Germania», ma la maggior parte dell'elettorato ha la crescente sensazione di non vedere i benefici. Tutti questi dubbi torneranno nei prossimi mesi quando il Bundestag dovrà approvare i nuovi aiuti alla Grecia e, all'inizio del prossimo anno, la creazione dell'Esm, l'organismo che sostituirà l'Efsf in modo permanente dal 2013.
Ma la questione più immediata che rimbalzerà sulla scena della politica tedesca è quella dell'allargamento ulteriore delle risorse dello stesso Efsf, ritenuto già inadeguato per far fronte alla crisi con l'ammontare approvato ora. Anche se il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha sostenuto in modo veemente nel dibattito di ieri che è «indecente» speculare su nuovi contributi dei Paesi, la discussione è in realtà focalizzata sull'uso della leva finanziaria, senza chiedere altri soldi agli Stati. E su questo punto Schäuble è stato più ambiguo. Altri deputati hanno però sollevato il problema che l'uso della leva non è immune da rischi e metterebbe a repentaglio il contributo tedesco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
311
La soglia minima
I voti necessari per approvare il potenziamento dell'Efsf
523
Ampio consenso
I voti favorevoli registrati ieri al Bundestag. I voti contrari sono stati 85, 3 gli astenuti, per un totale di 611 votanti
315
La maggioranza tiene
I deputati della maggioranza che hanno votato sì al rafforzamento dell'Efsf (su un totale di 330)

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