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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2011 alle ore 15:00.

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DUNEDIN - È l'unico impianto costruito ex novo in occasione dei Mondiali neozelandesi di rugby, anche se poi avrà una funzione "multiuso". È considerato un gioiello. Si trova a Dunedin, può ospitare fino a 30mila spettatori e prende il nome dalla regione di cui la città è capoluogo: Otago Stadium. Qui, dopodomani, l'Italia si giocherà tutto contro l'Irlanda. La qualificazione ai quarti (mai ottenuta dagli azzurri nelle sei precedenti edizioni della Coppa del mondo) passa attraverso una vittoria difficile ma non impossibile.

Per provare a raggiungere l'obiettivo, il ct Nick Mallett - visibilmente emozionato alla conferenza stampa nella quale ha annunciato quella che potrebbe essere la sua ultima formazione azzurra - cambia il minimo rispetto alla partita di martedì vinta sugli Usa: Masi torna in campo nel ruolo di estremo, McLean va in panchina e Toniolatti in tribuna. Per il resto, è tutto confermato. Tra gli irlandesi spicca l'utilizzo dal primo minuto di O' Gara, mediano di apertura di grande affidabilità ed esperienza, al posto di Sexton.

Lo stadio è costato 198 milioni di dollari neozelandesi (circa 120 milioni di euro), è completamente coperto da un tetto trasparente, non rimovibile, il che favorisce una sonorità del tifo ancora più intensa. Soppiantato il vecchio Carisbrook, detto "the house of pain", cioè la casa del dolore, nel senso che le squadre ospiti della rappresentativa di Otago soffrivano parecchio.

La costruzione è stata ispirata a criteri ecologici "spinti", al punto che il 97% della struttura è stato costruito con materiale riciclato, l'energia elettrica è fornita esclusivamente da fonti energetiche alternative e sono stati installati impianti di recupero delle acque per irrigare il terreno di gioco.

Anche un'azienda italiana ha partecipato alla realizzazione dell'Otago Stadium. È la Kerakoll di Sassuolo, in provincia di Modena, leader mondiale nel settore dei materiali ecocompatibili per l'edilizia. L'apporto di Kerakoll, che nel 2010 ha conseguito all'estero circa il 40% dei suoi 335 milioni di euro di fatturato, è consistito nella fornitura di prodotti di nuova generazione per la protezione e il ripristino del calcestruzzo. Sempre in occasione dei Mondiali, l'azienda emiliana è stata coinvolta nei lavori di ristrutturazione dell'aeroporto di Auckland, il più importante della Nuova Zelanda. In questo caso l'intervento è consistito nella fornitura di adesivi per la posa di oltre 30mila metri quadrati di pavimenti. E, ancora ad Auckland, Kerakoll ha partecipato alla riqualificazione di luoghi simbolo come Aotea Square e il waterfront, la marina che caratterizza la zona della città più ricca di vita e locali.

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