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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2011 alle ore 13:31.

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«O questo Paese cresce insieme o non cresce». Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha risposto a Napoli a chi gli ha chiesto se lo sviluppo dell'Italia non sia imprescindibile anche dallo sviluppo del Sud. Questa è la seconda e ultima giornata di visita a Napoli per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell'ambito del tour nei capoluoghi di Regione in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia.

Sviluppo dell'Italia è imprescindibile, a partire dal Sud
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sottolineato oggi «lo sviluppo dell'Italia è imprescindibile a partire dal Sud» e ha parlato delle «enormi potenzialità dello sviluppo di Napoli» e del Meridione.

Si impreca contro la politica, ma la politica siamo noi
«È un momento in cui si impreca molto contro la politica, ma attenzione, la politica siamo tutti noi», ha detto Napolitano, «È politica costruire qualcosa di fondamentale dal punto di vista sociale come voi fate, come fa il cardinale Sepe, come fanno i presidenti che guidano le fondazioni capaci di rendere possibile ciò che altrimenti non lo sarebbe».

Sono assolutamente imparziale rispetto ai partiti
«Devo seguire con molta attenzione, me lo impone la Costituzione, le vicende molto complesse del Paese, cercando di restare assolutamente imparziale rispetto ai partiti e alle posizioni politiche», ha detto il Capo dello Stato.

Il sovraffollamento delle carceri è una vergogna del Paese
Il problema del sovraffollamento delle carceri «è una vergogna per il paese», ha detto Napolitano in visita al carcere minorile di Nisida, a Napoli. Ci sono situazioni «non degne di esseri umani», ha continuato il capo dello Stato rispondendo alla domanda di uno dei ragazzi detenuti a Nisida sulla condizione degli istituti di pena.

Non ci sono le condizioni per una amnistia
Napolitano non vede le condizioni per una amnistia, ha detto rispondendo alla domanda di un ragazzo recluso nell'istituto di rieducazione di Nisida, a Napolì. «Non se si creereanno le condizioni, ci vuole un accordo politico che allo stato non c'è», ha aggiunto.

Tra Nord e Sud è rimasto un solco profondo
«Tra Nord e Sud è rimasto un solco profondo», ha detto Napolitano ai giovani detenuti. «Sono stati fatti passi in avanti, ma siamo ancora molto lontani da un'Italia in cui ci siano uguali condizioni, diritti e possibilitá». «È rimasto questo l'anello debole della costruzione Italia», ha concluso.

La Padania al capo dello Stato: dimentica l'autodeterminazione dei popoli
Intanto il quotidiano leghista La Padania, il giorno dopo le parole pronunciate ieri dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, contro le tentanzioni secessioniste, titola a tutta pagina: "Io esisto e sono padano". E nell'occhiello si legge: "Napolitano dimentica l'autodeterminazione dei popolì". Secondo Roberto Schena, che firma il commento del giornale del Carroccio, «Napolitano si è scatenato contro il diritto dei popoli a scegliersi l'indipendenza, il loro diritto a non mettersi una corda al collo con la classica, grossa pietra legata all'altro polo. Invece di invitare a meditare, minaccia». Nessun commento da parte del ministro dell'Interno, Roberto Maroni al duro richiamo di Napolitano nei confronti di chi evoca la secessione: «Ha riposto oggi la "Padania", non ho nulla da aggiungere».

Cardinale Sepe. investire nel sociale
Il cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, ha ricordato la profonda amicizia con il capo dello Stato e ha sottolineato come «investire nel sociale, superando ogni forma di assistenzialismo o paternalismo, ma chiamando all'impegno e alla responsabilità tanti giovani, associazioni, soggetti del terzo settore; lavorare perchè si diffonda la consapevolezza, soprattutto fra i giovani, della esigenza primaria di recuperare il senso della comunità, della coesione sociale, del fare rete, sono veri antidoti a sottosviluppo, al degrado, alle patologie criminali della nostra società».

Tessera ad honorem dell'associazione ex allievi della Federico II
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha ricevuto la prima tessera ad honorem dell'Associazione ex allievi della Federico II. Napolitano ha presenziato alla cerimonia di inaugurazione del 200/mo anno accademico della facoltà di Ingegneria. «Abbiamo assistito a una bella cerimonia con la prolusione del professor Francesco Profumo - ha detto il capo dello Stato al termine della cerimonia - ci ha dato il senso delle grandi potenzialità e delle prospettive di sviluppo del Paese e di Napoli». Francesco Profumo, presidente del Cnr, ha ribadito l'importanza della ricerca di una università che sia fabbrica di conoscenza capace di relazioni internazionali e di vicinanza, interazione con il mondo dell'industria, il mondo della politica, dello Stato. La cerimonia di inaugurazione è stata aperta dal rettore della Federico II, Massimo Marelli, che ha dichiarato: «Questo è un Paese vecchio, bisogna puntare sui giovani» e ha sottolineato il grande successo degli italiani nel mondo.

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