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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2011 alle ore 11:15.

Il primo intervento di Vladimir Putin in qualità di presidente in pectore della Federazione russa (presidente a vita, aggiungono diversi commentatori) è un articolo che appare oggi sul quotidiano Izvestija, l'annuncio di un progetto di integrazione politica ed economica tra le ex repubbliche sovietiche: Unione Euroasiatica, la chiama Putin, ricordando che dal 1° gennaio prossimo entrerà in vigore, per cominciare, lo Spazio economico unico tra Russia, Bielorussia e Kazakhstan. Un'idea che due anni fa, clamorosamente, Putin aveva contrapposto alla Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, infastidito dagli ostacoli sollevati da vari Paesi membri all'ingresso di Mosca. L'attesa lunga 18 anni sta ormai per finire, e proprio in queste ore Joe Biden, il vicepresidente americano, ha confermato alla Russia l'appoggio degli Stati Uniti per la conclusione dei negoziati: ma, ancora una volta, Putin ricorda scettico che le sue priorità sono altrove.

Non si tratta, chiarisce Putin nell'articolo, di rifondare l'Unione Sovietica: "Cercare di restaurare o di copiare ciò che è rimasto nel passato è da ingenui - scrive l'attuale primo ministro russo - ma una stretta integrazione su basi economiche e politiche e su nuovi valori è un imperativo dei tempi". Si parte appunto con kazachi e bielorussi, malgrado le differenze e le divergenze tra le rispettive economie: dal prossimo anno l'Unione doganale rimuoverà ogni barriera al commercio, al movimento di capitali e di manodopera fra i tre Paesi. In attesa di nuove adesioni, prima tra tutte, auspica Putin, quella dell'Ucraina: anche se per il momento sono i piccoli Kirghizistan e Tagikistan a dimostrare più entusiasmo.

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