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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2011 alle ore 06:40.

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ROMA
Sembra un muro contro muro, ma è anche una prova di dialogo. Il Pdl rinuncia solo in parte alla stretta (in versione "Mastella") sul divieto di pubblicazione delle telefonate e presenta un emendamento che ne vieta la diffusione, anche nel solo contenuto, fino all'«udienza filtro» in cui il giudice seleziona quelle rilevanti da quelle irrilevanti. Prima di quel momento c'è il black out totale per la stampa, anche se le intercettazioni non sono più coperte da segreto perché riportate in un'ordinanza di custodia cautelare o in un provvedimento notificato all'indagato. Se voleva essere una mano tesa al Terzo Polo, la risposta è stata «picche». Udc, Fli, e Api non indietreggiano rispetto alla mediazione di un anno fa, in commissione Giustizia alla Camera, e cioè alla possibilità di pubblicare il contenuto delle intercettazioni una volta caduto il segreto. Di quella mediazione, fu artefice Giulia Bongiorno, che ora minaccia di dimettersi da relatrice del ddl se l'accordo dell'anno scorso (quando Fli faceva ancora parte della maggioranza) non verrà mantenuto come base di partenza, semmai migliorabile con l'eliminazione dell'obbligo di rettifica sui blog e della competenza del Tribunale collegiale ad autorizzare le intercettazioni. Tuttavia, come segnale di apertura verso la maggioranza, l'Udc ritirerà la pregiudiziale di costituzionalità presentata sempre l'anno scorso e si asterrà su quelle di Pd e Idv, votate oggi. «Un buon segnale», commenta Enrico Costa, firmatario dell'emendamento Pdl sul black out informativo prima dell'udienza filtro. E nella maggioranza non si esclude che, la prossima settimana, ci possa essere qualche apertura al Terzo Polo, magari del Governo. Sia sui blog sia sul Tribunale collegiale e persino sulle pubblicazioni.
Gli emendamenti del Pdl vanno tutti nella direzione di un'ulteriore stretta. Manlio Contento ne ha addirittura proposti alcuni per raddoppiare le sanzioni pecuniarie per chi viola i divieti di pubblicazione, editori compresi. Ma sembrano modifiche destinate più alla futura trattativa con il Terzo Polo che ad essere approvate. La partita vera si giocherà tutta sull'emendamento Costa che alza l'asticella del divieto di pubblicazione rispetto a quanto prevede il testo all'esame dell'aula. Il firmatario spiega che è una mediazione tra i "falchi" e le "colombe" della maggioranza, e anche per il ministro della Giustizia Nitto Palma si tratta di «un buon momento di mediazione». Ma non c'è aria di tirare la corda, tant'è che si è deciso di rinviare il voto finale alla prossima settimana. Con o senza fiducia, si vedrà. Dipenderà dall'accordo con il Terzo Polo.
«Siamo assolutamente contrari ad arretrare sui limiti di pubblicazione» dice Roberto Rao (Udc). «Non siamo sostenitori della pubblicazione in qualsiasi momento - spiega la Bongiorno - ma neanche del black out totale e non vogliamo svuotare l'udienza filtro né abbandonare la mediazione faticosamente raggiunta l'anno scorso». Per non sconfessarla, ma anche come segnale di disponibilità al dialogo, l'Udc ritirerà la propria pregiudiziale di costituzionalità e il Terzo Polo si asterrà su quelle di Pd e Idv. Che confermano un'opposizione durissima perché l'emendamento Costa, spiega la democratica Donatella Ferranti, «è un grave passo indietro e un'inammissibile violazione del diritto di cronaca». Ancora più dura la Federazione nazionale della stampa che parla di «inganno» e di «furbata» e conferma la partecipazione, oggi, al presidio contro la "legge bavaglio" e per la libertà di informazione.
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I principali emendamenti
L'UDIENZA FILTRO
No alla pubblicazione fino all'udienza filtro
L'emendamento è firmato da Enrico Costa e Manlio Contento e vieta «la pubblicazione, anche parziale, per riassunto o nel contenuto, della documentazione e degli atti relativi a conversazioni, anche telefoniche, o a flussi di comunicazioni informatiche o telematiche ovvero ai dati riguardanti il traffico telefonico o telematico, anche se non più coperti dal segreto, fino alla conclusione dell'udienza filtro
CUSTODIA CAUTELARE
Custodia cautelare, vietato pubblicare le ordinanze
L'emendamento Costa-Contento vieta inoltre «la pubblicazione, anche parziale, per riassunto o nel contenuto, delle richieste e delle ordinanze emesse in materia di misure cautelari». Contento firma anche un altro emendamento che ripropone fedelmente il ddl Mastella vietando la pubblicazione delle intercettazioni «fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare»
LA NORMA SUI BLOG
Meno severa la norma sulle rettifiche on line
Con una proposta a prima firma Cassinelli (Pdl) l'obbligo di rettifica entro 48 ore resta solo per le testate on line. Per gli altri siti informatici, recita il testo, «il termine è di dieci giorni e decorre dal momento in cui vi è, per il soggetto che ha pubblicato il contenuto, il quale agisce anche in forma anonima, conoscibilità della richiesta di rettifica, che non è valida se inoltrata con mezzi per cui non sia possibile verificarne l'effettiva ricezione da parte del destinatario

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