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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2011 alle ore 09:44.

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NEW YORK - Steve Jobs ha dedicato le ultime settimane della sua vita alla famiglia, ai figli, alla moglie Laurene e agli amici. Protetto da guardie private fuori dalla sua villa, una bella casa residenziale – ma non un palazzo come quello che si è costruito ad esempio Bill Gates –, si è concesso poche stravaganze, un Sushi al ristorante di quartiere a Palo Alto con il suo amico medico Dean Ornish, come ci riferisce il New York Times. Un incontro con Robert Iger l'amministratore delegato della Disney, di cui è principale azionista, con una percentuale del 7%.

Una curiosità: il patrimonio di Jobs vale circa 6 miliardi di dollari, di questi 4,4 miliardi derivano dal suo investimento in Pixar e solo 2,1 miliardi dalla "sua" azienda, la Apple. Può sembrare strano, ma Jobs lasciò la sua partecipazione intatta a Disney, se avesse venduto per investire in titoli Apple dieci anni fa oggi varrebbe forse 50 miliardi di dollari, come Bill Gates. Ma in Steve Jobs la passione ha sempre prevalso sul danaro. Anche se, quando Bill Gates gli ha chiesto di donare in beneficenza gran parte del suo patrimonio, Jobs ha rifiutato.

È probabile che sarà la moglie ad occuparsi di beneficenza facendo qualcosa a suo nome. Ed è quasi certo che si occuperà ancora di più di educazione, il suo interesse principale. Ha fondato ad esempio College Track, una associazione filantropica per aiutare ragazzi disagiati a entrare in college affiancandoli a mentori. Sarà comunque lei a occuparsi ora del patrimonio di famiglia: è plurilaureata in business e ha lavorato per una banca d'affari. Poi ha fondato una società specializzata in cibi biologici e naturali.

Nelle ultime settimane Jobs ha anche visto il suo biografo Walter Isaacson, che ha rivelato i motivi della sua decisione di collaborare a una biografia ufficiale, lui, così ossessionato dalla privacy. «Volevo che i miei figli sapessero per quale ragione non ho potuto passare più tempo con loro», gli ha risposto Jobs. Ora l'attenzione è per il libro la cui uscita è stata anticipata al 24 ottobre. Isaacson si è incontrato con Jobs oltre 40 volte, ha avuto accesso a un centinaio di persone fra amici, parenti, famiglia, nemici in affari, per interviste e chiacchierate. Isaacson racconterà del suo ultimo incontro con Jobs nella conclusione del libro, forse in una postfazione. Time Magazine pubblicherà gli estratti del libro in esclusiva mondiale.

Il libro doveva chiamarsi "iSteve, The Book of Jobs". Ma in discussioni recenti, l'accenno profetico, peraltro adatto, sembrava in contrasto con le scelte minimaliste di Steve e della Apple Computer. Così è emersa una copertina alternativa. Soltanto un titolo "Steve Jobs by Walter Isaacson", in alto in piccolo. E poi due foto. La copertina è la foto di Albert Watson scattata per Fortune nel 2009, la stessa che la Apple ha diramato come foto ufficiale di Steve alla sua morte. Il retro è un ritratto di Norman Seeff, mostra Jobs seduto in posizione fior di loto, con il primo Macintosh appoggiato sulle gambe incrociate, foto che pubblicò Rolling Stones nel gennaio del 1984. La copertina è in carattere Helvetica e non c'è null'altro di scritto, ne' in copertina, ne' sul retro Ci sono state ovviamente polemiche: il mondo di internet ha insinuato che la data di pubblicazione da parte dell'editore, Simon and Schuster, è stata anticipata rispetto alla data originaria, il marzo dell'anno prossimo proprio perché si sapeva che a Jobs restava poco da vivere. «Ho finito il libro a luglio, con largo anticipo. Eravamo pronti ed era naturale che lo pubblicassimo prima», ha scritto Isaacson in una email.

Isaacson è considerato un uomo geniale. È originario di New Orleans, adesso vive a Washington con la moglie, Cathy, un avvocato che si occupa di tutela dei diritti d'autore, a sua volta una donna straordinaria. È un Rhodes Scholar, ha vinto cioé una delle trenta borse di studio che vengono assegnate ai migliori e più promettenti laureati americani per andare a studiare a Oxford. Fra gli altri, Bill Clinton è stato un Rhodes Scholar e i due sono amici da sempre.

Isaacson si è lanciato nel giornalismo. È stato il direttore di Time, ha guidato brevemente la Cnn, ora è il Ceo dell'Aspen Institute ed è riuscito a scrivere tre bestseller, uno su Albert Einstein, uno su Ben Franklin e l'ultimo su Henry Kissinger. Ma è con la biografia di Steve Jobs che coronerà la sua carriera. Isaacson è anche coinvolto in molti consigli filantropici, uno dei questi è Teach for America, dove in consiglio siede anche la moglie di Jobs, Laurene. Si erano sposati nel '91. È stata lei ad aver incoraggiato Isaacson a scrivere la biografia, ai margini dei loro incontri filantropici.

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