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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2011 alle ore 19:03.

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La Chiesa ha raccolto 60 milioni di euro per la carestia nel Corno d'Africa (Ansa)La Chiesa ha raccolto 60 milioni di euro per la carestia nel Corno d'Africa (Ansa)

Dopo i ripetuti appelli di Benedetto XVI la Chiesa Cattolica, tramite i suoi organismi umanitari, ha raccolto per l'emergenza carestia e siccità nel Corno d'Africa ben 60 milioni di euro. Lo stesso Papa Ratzinger ha devoluto personalmente 400 mila euro. La notizia è stata resa nota nel corso della conferenza stampa tenuta in Vaticano dal presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, cardinale Robert Sarah, con l'amministratore apostolico di Mogadiscio, monsignor Giorgio Bertin, e i responsabili di diversi organismi cattolici: Caritas, Crs, Manos Unidas, e altri. Era presente anche una delegazione della Comunione Anglicana, che ha aderito alla mobilitazione lanciata da Ratzinger.

Aiuti per un milione di persone
Michel Roy, segretario generale di Caritas internationalis ha riferito che la Chiesa Cattolica sta aiutando un milione di persone (su 13 milioni e 300 mila persone che hanno bisogno di assistenza diretta, principalmente in Somalia, Etiopia, Kenya e Gibuti) e ha già messo a disposizione 31 milioni di euro, raccolti tramite collette e offerte in tutto il mondo. E ha sottolineato che molte Chiese locali si sono mobilitate organizzando collette nazionali per rispondere agli appelli del Papa.

Aiuti alimentari per i bambini, poi tende e medicine
La Chiesa nel Corno d'Africa, ha spiegato Roy, interviene con «aiuti alimentari e supplementi nutrizionali per bambini, tende, medicine, acqua per persone, animali e coltivazioni. Ma anche servizi igienici e sanitarie, cure sanitarie, assistenza ai più vulnerabili, distribuzione di sementi, sostegno spirituale e psicologico. Riguardo al futuro, ha precisato Roy, «questo mese di ottobre sarà cruciale: se non pioverà la situazione peggiorerà, e le previsioni non sono buone. I campi sono troppo affollati con grossi problemi sanitari e gli aiuti non sono sufficienti». La comunità internazionale, ha auspicato Roy, «deve rafforzare gli sforzi per fronteggiare i bisogni reali e dare pace e stabilità alla Somalia e all'intera zona del Corno d'Africa».

Arcivescovo di Canterbury: collegare azione umanitaria e sviluppo degli interventi
È stato letto un messaggio dell'Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, sull'«importanza cruciale di collegare azione umanitaria e sviluppo degli interventi». L'arcivescovo nello scritto ricorda che «le comunità di fede hanno un proprio ruolo distinto» da svolgere durante le emergenze umanitarie. A suo avviso «molte lezioni possono essere apprese da questa crisi», tra cui «l'importanza di preparare e rafforzare la capacità delle comunità di prevenire e mitigare i disastri e cercare di prevedere le emergenze». Il suo auspicio è che la collaborazione tra le chiese in atto per soccorrere il Corno d'Africa «porti energia vitale e focus sulla crisi e stabilisca nuove opportunità di collaborazione ecumenica».

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