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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2011 alle ore 18:26.

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«Il 24 maggio dell'anno prossimo scadrà il mio mandato da presidente di Confindustria. Tornerò a fare a tempo pieno l'imprenditrice e la mamma. Ho una figlia di otto anni. L'azienda di famiglia mi aspetta». Emma Marcegaglia ha scelto lo studio di "Che tempo che fa", il programma condotto da Fabio Fazio, per troncare ogni ipotesi e rumor («illazioni e strumentalizzazioni», le ha definite) sul suo ingresso in politica.

Fazio ha posto subito la questione: «Presidente Marcegaglia, in questi giorni lei è al centro del dibattito. Casini avrebbe fatto fare dei sondaggi per capire il gradimento da parte dell'elettorato a lei come premier. Insomma, è lei o no il candidato presidente del Consiglio del terzo polo?». Una domanda diretta a cui la Marcegaglia ha risposto, appunto, in maniera altrettanto diretta. La stessa nettezza che, poi, nel corso della registrazione della puntata in onda domenica sera, ha adoperato nelle sue analisi. «Non siamo comparabili con la Grecia. Ci sono problemi seri, ma esistono delle distinzioni da fare: le nostre banche sono in sofferenza, ma sono più solide di quelle di altri paesi. Le nostre imprese ancora competono bene sui mercati globali».

Nonostante una fisiologia di fondo sana, secondo la presidente di Confindustria, la crisi dell'eurodebito rischia di minare tutti gli equilibri. «Oggi le famiglie accendono mutui che domani costeranno di più. Idem le imprese. Il pericolo è una crescita ancora più bassa in un Paese che già soffre di bassa crescita». E, a pagare, ancora una volta potrebbero essere i giovani, come indicato qualche giorno fa dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. «Non a caso – ha detto la Marcegaglia – le associazioni imprenditoriali, la rappresentanza delle banche e delle assicurazioni e il mondo cooperativo hanno sentito la necessità di ricordare al governo come non ci sia più tempo. Occorre invertire la rotta».

Fazio, a questo punto, ha chiesto se il problema è in generale "il governo" oppure "questo governo". «L'attuale governo – ha risposto la Marcegaglia – deve fare alcune cose. E le deve fare in maniera rapida». Il decreto sviluppo (definito "ultima chance per il paese") potrebbe essere una buona occasione per avviare le riforme, «perché qui o ci salviamo tutti o non si salva nessuno», ha aggiunto. E, a proposito dell'agenda in via di definizione, il conduttore di "Che tempo che fa" ha domandato alla presidente di Confindustria cosa pensasse della cosìddetta linea Cicchitto, ossia del condono fiscale e del condono edilizio. «Non credo che alla fine i condoni si faranno. In ogni caso non ho un giudizio positivo su di essi. Anche perché noi dobbiamo ridurre in maniera strutturale il deficit e il debito. E perché dobbiamo lottare contro l'evasione fiscale. Tutti devono pagare le tasse. Tutti devono rispettare le regole. I condoni non vanno bene».

In un passaggio caratterizzato dall'emergenza, servono misure di emergenza. Come la patrimoniale sopra il milione e mezzo di euro, in grado di raccogliere risorse che consentano anche di abbassare le tasse sui lavoratori e sulle imprese. «Nemmeno Bertinotti», ha scherzato Fazio. Che, poi, ha però ricordato alla Marcegaglia il capitolo amaro dell'uscita di Fiat da Confindustria. «Non so perché Fiat abbia deciso di uscire da Confindustria. Non penso comunque che lascerà l'Italia. Noi rappresentanti delle imprese, quando è stato necessario, non abbiamo avuto paura di rotture e di fratture. Ma siamo anche convinti che, se si vuole produrre e realizzare tecnologia in Italia, la logica dello scontro permanente con i sindacati non possa funzionare».

Quindi, Fazio ha ricordato come nei prossimi mesi si sceglierà il prossimo presidente di Confindustria. «Come presidente in carica naturalmente non me ne occupo – ha detto la Marcegaglia – ma alla fine penso che ci sarà un candidato che saprà comporre».

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