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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2011 alle ore 08:06.

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ROMA. Il rendiconto generale dello Stato è un obbligo costituzionale previsto dall'articolo 81 (meglio conosciuto per il pareggio di bilancio), con cui il Governo aggiorna il Parlamento sui risultati della gestione finanziaria. In questo caso quella dell'esercizio 2010.

Si tratta in sostanza di un dettagliato monitoraggio delle entrate, delle spese e dei residui rispetto alle iniziali previsioni approvate dal Parlamento. Nella seconda parte del Ddl c'è il conto del patrimonio, in cui sono riportate le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.

Un provvedimento strettamente correlato all'assestamento del bilancio, ovvero l'altro disegno di legge presentato dal Governo alle Camere con cui sono illustrate le modalità adottate per riequilibrare le spese per l'anno in corso, le maggiori entrate e i bilanci dei ministeri. Il tutto secondo lo schema della legge di stabilità che si muove per missioni e programmi.

Nel rendiconto generale dello Stato sono riportati anche: la situazione economica del Tesoro, da dove emerge l'ammontare del disavanzo 2010 dello Stato indicato in 204.337 milioni di euro; il fondo riserva per spese impreviste, i cui prelevamenti totali per il 2010 ammontano a 645,5 milioni di euro; le eccedenze dei pagamenti e degli impegni assunti dalle amministrazioni; i dati a consuntivo delle aziende e amministrazioni autonome. Tra queste ad esempio ci sono registrate nel dettaglio le entrate e le spese sostenute dai Monopoli di Stato, dal Fondo edifici di culto e l'istituto agronomico per l'Oltremare.

Per la prima volta al Rendiconto generale dello Stato 2010 è allegata una relazione illustrativa delle risorse impiegate dall'Esecutivo nel 2010 per la protezione dell'ambiente e la gestione delle risorse naturali da parte delle amministrazioni centrali dello Stato.

Al via libera al rendiconto è strettamente legata anche l'approvazione dell'assestamento del bilancio, come detto, necessario per il riequilibrio delle variazioni alle previsioni del bilancio dello Stato per il 2010 indicate nelle tabelle allegate e riferite allo stato di previsione dell'entrata, agli stati di previsione della spesa dei ministeri e ai bilanci delle Amministrazioni autonome.

Particolare rilievo assume la norma introdotta al Senato nel Ddl, e ora all'esame della Camera, che contabilizza nell'assestamento i 2,4 miliardi di euro come riduzioni di spesa dei ministeri.

Si tratta di fatto della clausola di salvaguardia prevista dalla legge di stabilità per il 2011, introdotta dal Governo a garanzia delle maggiori entrate recuperate con l'asta per i diritti d'uso delle frequenze Tlc. (M. Mo.)

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