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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2011 alle ore 08:59.

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(AFP)(AFP)

«Questa ribellione non si fermerà» è uno dei titoli in prima pagina del neonato organo degli indignados. Il "The (occupied) Wall Street Journal" è uscito la scorsa settimana con una tiratura di 50mila copie ed è già arrivato al secondo numero.

Un manifesto che vuole trasmettere il senso e i principi della ribellione «niente lista di rivendicazioni (…) loro non possono darci quello che non gli appartiene». «Basta! Quanta crisi ci vuole? Siamo il 99% e siamo passati a reclamare il nostro futuro ipotecato».

Al di là delle rivendicazioni, più o meno legittime che siano, va sottolineata l'enorme potenza del movimento la cui onda d'urto non accenna a diminuire e anzi, con il passare dei giorni, si mostra sempre più organizzata e determinata.

Era il 17 settembre quando gli indignados, provenienti da tutti gli Stati Usa, si sono riuniti in nome dei principi di solidarietà e della partecipazione, fino ad oggi espressi in maniera pressoché pacifica, disordini degli ultimi giorni esclusi. Il giornale, che richiama per impaginazione e caratteri il noto "Wall Street Journal", non è solo una dichiarazione di intenti e non è solo una guida per neofiti (campeggiano articoli come "l'occupazione spiegata a tutti" e "i principi di solidarietà") è, per un movimento che si è formato e sviluppato attraverso web e social media, un passo di grosse dimensioni verso l'informazione tradizionale. In questo modo il movimento si profila, si salda e raggiunge anche quei (relativamente pochi) americani non dotati di computer. Il secondo numero del giornale, per ora settimanale, appare ancora più organizzato del primo.

La protesta americana contro la morsa economica e le banche non risparmia l'Europa, le cui capitali verranno raggiunte sabato 15 ottobre, Roma inclusa, anche se i partecipanti non si limiteranno a rimostrare contro la politica economica italiana ma, come si legge in un comunicato "è una tappa della ripresa di spazio pubblico di mobilitazione permanente, che è necessario mettere in campo per cambiare l'Italia e il nostro continente".

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